L'inno al volontariato "firmato" dal presidente Mattarella a Trento



Ancora una volta ha trovato le parole giuste, il presidente Mattarella. Arrivato in una Trento che  ha mosso i primi passi da capitale europea del volontariato, ha parlato di umanità. Di integrazione. Di solidarietà. Di rispetto. Di accettazione dell’altro. «Perché il volontariato è un pilastro anche della nostra civiltà europea», ha detto ricordando Alcide Degasperi, ma anche Antonio Megalizzi, «il giovane trentino drammaticamente sottratto alla vita dal fanatismo integralista», il ragazzo «che aveva fatto dell’Europa la sua vocazione, il suo orizzonte ideale». 

«In una stagione in cui emergono spinte estreme all’individualismo, all’egoismo più esasperato, alle tante paure che frenano la vocazione solidale dell’uomo, la cultura della cura assume un forte significato» ha poi ribadito il capo dello Stato ricordando il famoso “I care” (mi riguarda) di don Milani e Martin Luther King. «Una visione che pone in primo piano la persona, l’integralità della sua vita, il suo pieno diritto di essere parte attiva della comunità». Una visione necessaria e da ritrovare, anche se drammaticamente fuori moda in tempo di guerra, di continui contrasti.

A Trento, città che da tempo “osa” più di Bolzano, Mattarella ha anche definito i volontari dei ponti, dei «campioni di umanità», ricordando il senso della cultura della cura, che significa passione educativa, «capacità di includere chi è ai margini, trasmissione generazionale, sostenibilità ambientale; significa dare una mano a chi non ce la fa perché possa riprendere il cammino». I sogni - ha detto ancora - non sono illusioni. «Sono l’orizzonte a cui guardano coloro che nutrono speranza, per vivere la realtà con passione e per coltivare il desiderio di renderla più umana e giusta». 

Quasi un programma, quello “firmato” ieri dal presidente: per i singoli, per le istituzioni. Perché l’energia positiva che si respira a Trento, come ha sottolineato con passione Mattarella, può essere contagiosa. Anzi: deve essere contagiosa.













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antonella mattioli

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