il caso

Blocchi ai tir, Bruxelles dà ragione all'Italia: «L'Austria viola la libera circolazione al Brennero»

La Commissione Ue: «I divieti di Vienna mancano di coerenza, ma le argomentazioni ambientali sono pienamente giustificate». Il Mit: «Ora ricorso alla Corte di giustizia»

LA REAZIONE Vienna: "Abbiamo l'obbligo di proteggere la popolazione e l'ambiente"
KOMPATSCHER "Brennero, serve un accordo". E rilancia il sistema slot



BOLZANO. La Commissione Ue ritiene che "alcune misure in vigore in Austria limitino il trasporto di merci sulle autostrade A12 e A13 e, di conseguenza, la libera circolazione delle merci" tutelata dall'Ue. E' quanto si legge nel parere motivato emesso dall'Ue sulla denuncia dell'Italia contro Vienna per i blocchi unilaterali imposti ai tir al Brennero. "Pur prendendo atto di alcune spiegazioni avanzate dall'Austria in relazione a considerazioni ambientali", l'Ue ritiene che "le misure austriache manchino di coerenza e non possano essere giustificate nella loro interezza". Roma può ora decidere di portare Vienna alla Corte di giustizia Ue.

Il parere adottato questa mattina dalla Commissione Ue sul Brennero è accolto con "grande soddisfazione" dal ministero delle Infrastrutture e dei Traporti. L'Italia, fa sapere il Mit, procederà ora a formalizzare il ricorso in Corte di Giustizia come previsto dall'art. 259 del Trattato "per ristabilire un quadro giuridico favorevole alle imprese e tutelare il principio di libertà all'interno dell'Unione Europea". "È un'altra promessa mantenuta", commenta il ministro Matteo Salvini.

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LA VICENDA

Lo scontro tra l'Italia e l'Austria sul Brennero va in scena ormai da anni. Nel corso del 2023 la Commissione europea aveva cercato la via della mediazione - organizzando sei incontri tra le parti -, senza tuttavia sortire alcun successo. Il 15 febbraio, Roma ha dunque inviato a Bruxelles una missiva con la richiesta di procedere contro contro Vienna per i blocchi unilaterali imposti ai tir al valico. L'esecutivo Ue ha quindi iniziato il suo esame. "Dopo aver valutato attentamente le osservazioni scritte e orali" delle parti, i funzionari Ue hanno espresso parere contrario sul "divieto di circolazione notturna, divieto di circolazione settoriale mirato ad alcune merci con 'affinità ferroviaria', divieto invernale il sabato e razionamento dei veicoli pesanti in ingresso in autostrada (il cosiddetto 'dosing')" imposti dall'Austria.

Le argomentazioni ambientali addotte da Vienna - "protezione dell'ambiente, sicurezza stradale, fluidità del traffico" - non sono, a giudizio dell'esecutivo Ue, interamente giustificate. Inoltre, si legge nel parere, "alcune di queste misure hanno maggiori probabilità di incidere sulle imprese straniere rispetto a quelle austriache". Per quanto riguarda invece "l'eccezione avanzata dall'Italia contro l'Austria per una presunta mancanza di leale cooperazione", Bruxelles ritiene che il governo italiano "non abbia fornito prove sufficienti a sostegno".

La procedura per trascinare l'Austria davanti alla Corte di giustizia Ue è regolamentata dall'articolo 259 dei Trattati. A seguito dell'adozione del parere motivato da parte dell'esecutivo Ue, spetta ora all'Italia decidere se deferire Vienna. Questo "non impedisce" tuttavia ai due Paesi "di trovare una soluzione amichevole alla controversia", precisa ancora Bruxelles, dicendosi "pronta a sostenere entrambe le parti in questo" eventuale "sforzo".

 













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