Auto, l’industria Ue prova a unire le forze con la Cina



Quotidiano energia - Stretta tra i rinnovati rischi per le politiche protezionistiche di Trump e il debole avvio d’anno delle vendite, il settore dell’auto Ue guarda sempre con più attenzione ad est, ma non più solo come mercato di conquista. L’associazione dei costruttori europei, Acea, ha siglato infatti venerdì a Bruxelles un accordo di cooperazione con la sua omologa cinese, Caam, finalizzato a unire gli sforzi in tre aree di ricerca: i veicoli ad alimentazione alternativa e le relative reti di ricarica/rifornimento, la guida autonoma e gli standard emissivi, incluse le procedure di test sia per la CO2 che per gli inquinanti. Le due associazioni, inoltre, intendono lavorare insieme per contribuire a un’armonizzazione globale di standard per le omologazioni e regolazione del settore. Alla cerimonia della firma hanno partecipato anche esponenti della Commissione europea e della Missione cinese in Europa. "La Cina è la seconda destinazione delle auto europee”, ricorda in una nota il segretario generale di Acea, Erik Jonnaert, “ecco perché crediamo fortemente nell'ulteriore rafforzamento dei legami tra le nostre associazioni. La firma dell'accordo è un momento fondamentale in questo processo". "Perché l'industria automobilistica cinese possa continuare a prosperare, dobbiamo rafforzare le nostre policy, normative e regolamenti”, riconosce dal canto suo il vicepresidente esecutivo di Caam, Dong Yang, “proprio per questo stiamo cercando un’ampia cooperazione internazionale per allineare la nostra industria al mercato globale. La collaborazione con Acea è estremamente importante, in quanto ci consentirà di imparare dagli standard e dal maturo sistema di regolazione europeo”. “La partnership”, assicura Yang, “sarà di reciproco vantaggio sia per le case cinesi che per quelle europee”.









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