Batterie Ue, i primi commenti dall’Italia



Quotidiano Energia - Il dibattito sull’Alleanza per le batterie Ue entra nel vivo in Parlamento. Su richiesta del presidente della commissione Industria del Senato, Gianni Girotto, che ha deciso di avviare un breve ciclo di audizioni sulla relazione di Bruxelles sul tema, i portatori di interesse hanno iniziato a trasmettere a Palazzo Madama una serie di contributi per le finalità istruttorie. Il tutto mentre si aggiorna l’elenco dei soggetti che hanno manifestato al Mise la volontà di essere coinvolti dall’iniziativa europea: dopo Enel, Terna, Fca e Seri Group, arrivano infatti Solvay, Manz Italy, Enea, Bettery, Engitec Technologies, Endurance, Podium, Stena, Tazzari, Avl, Genport, Kaitec, Marposs, Fbk, Simpro e Ges. Al Partenariato interregionale sui materiali avanzati per le batterie hanno aderito invece per la Penisola Lombardia ed Emilia Romagna. “Riteniamo fondamentale che anche in Italia si proceda con la definizione di un quadro normativo e regolatorio ad hoc per i sistemi di storage”, sottolinea Elettricità Futura nel documento consegnato in Senato, “con riferimento sia alla mobilità elettrica sia ai sistemi di storage accoppiati ad impianti di produzione da fonti rinnovabili o stand alone, che potrebbero fornire un ampio set di servizi necessari alla gestione della rete”. La creazione di un contesto “chiaro e stabile, completando ed ampliando il percorso avviato con i progetti pilota” di cui alla delibera 300/2017, è secondo l’associazione “condizione necessaria per la diffusione dell’utilizzo dei sistemi di accumulo”, attraverso cui “si darà il necessario impulso alla crescita di un’industria europea e nazionale competitiva nel settore dello storage”. Per Elettricità Futura è inoltre “di fondamentale importanza che il regolatore e il gestore di rete definiscano i nuovi servizi per gestire la rete in sicurezza, funzionali alle mutate condizioni operative del sistema elettrico”. Servizi che “dovranno essere competitivi e avere una visibilità sul lungo termine”, insiste EF, “al fine di garantire agli operatori la programmazione degli investimenti”. “È necessario procedere all’apertura alla fornitura da parte di tutte le diverse tecnologie di storage dei servizi di riserva terziaria e bilanciamento”, rimarca ancora l’associazione, “articolati nelle modalità ‘a salire’ e ‘a scendere’, nonché di risoluzione delle congestioni, di regolazione primaria di frequenza e regolazione di tensione”. Richiesta inoltre “al più presto” la definizione di un “quadro normativo di riferimento per l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio degli impianti e delle infrastrutture connesse e per la connessione alla rete”. Lato mobilità elettrica, inoltre, EF nota che sarà “fondamentale prevedere a livello nazionale delle misure che agevolino la costruzione” dell’infrastruttura di ricarica, “a partire dall’uniformazione e semplificazione dei processi autorizzativi”. Il documento di Enea fa poi il punto sulle iniziative industriali in corso in Italia: Faam e Midac per la produzione di celle litio-ione e Cobat per lo smaltimento delle batterie usate. L’agenzia rileva quindi di aver costituito un “gruppo di lavoro nazionale informale, in continuo ampliamento, dove si trasmettono agli stakeholder nazionali della ricerca e dell’industria le informazioni derivanti dai tavoli di lavoro europei”. Al gruppo partecipano tra gli altri i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Istruzione, aziende come Enel, Terna, Fca e Toyota, Università ed enti di ricerca, tra cui Rse. Presenti tra gli altri anche Anie e Class Onlus. “Proprio in una delle riunioni del gruppo di lavoro”, rileva Enea, è emerso che l’Italia “soffre di maggiori restrizioni rispetto ad altri Paesi europei per quanto riguarda la realizzazione di nuovi impianti per la costruzione di batterie”. Riportando quindi l’elenco dei progetti avviati dopo il lancio della Battery Alliance, Rse nota che “curiosamente , viene data per già avviata un’iniziativa guidata dalla Regione Lombardia sul riutilizzo di batterie”. “La realtà è che si tratta di una proposta, per ora totalmente italiana e lombarda, in risposta ad un bando regionale, in attesa di approvazione da parte della Regione”, precisa la società di ricerca, “il leader è Cobat, partecipano anche e-distribuzione, un gruppo di Pmi” ed Rse. “Fca non partecipa direttamente, in quanto non presente in Lombardia”, ma “sta per sottoscrivere un accordo di collaborazione con il consorzio che ha presentato la proposta per Regione”. Rse chiede infine alle istituzioni nazionali di “favorire lo scale-up di iniziative imprenditoriali nel realizzare fabbriche di batterie” e “una proposta italiana di Ipcei sulla fabbricazione delle celle o sul riciclaggio e secondo use”, oltre a un intervento verso la Commissione Ue per “dare adeguata attenzione all’interno della European Battery Alliance alle attività (e relativi investimenti) finalizzate alla second life”.









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