Concessioni autostrade, i gestori carburanti chiedono incontro a Di Maio e Toninelli



Quotidiano Energia - Un “incontro urgente” per “esporre le forti criticità presenti relative ai servizi per la mobilità autostradale e avanzare proposte migliorative nella gestione delle tratte”. Lo hanno chiesto ai ministri dello Sviluppo economico e dei Trasporti, Di Maio e Toninelli, le federazioni dei gestori carburanti, prendendo posizione nel dibattito pubblico sulle concessioni innescato dalla tragedia di Genova. “Faib, Fegica e Anisa hanno in questi anni ripetutamente segnalato ai responsabili ministeriali, e ai ministri stessi, le gravi, reiterate e diffuse violazioni della normativa di settore”, rivendicano le organizzazioni, “e da ultimo del decreto interministeriale del 7 agosto 2015 da parte delle società concessionarie e degli affidatari dei servizi carbolubrificanti e ristorazione”. Per le tre sigle, “tali violazioni hanno determinato lo stravolgimento della normativa a tutto favore dei concessionari e delle imprese di ristorazione, in alcuni casi in capo ai medesimi azionisti”. Una situazione che secondo le organizzazioni “ha determinato la crescente emarginazione delle imprese di gestione carburanti, ottenuta tramite la costante violazione delle norme di settore, l’accaparramento da parte delle gestioni food e il conseguente fagocitamento dei servizi carburanti”. “Da ciò”, sostiene la categoria, “è dipeso il mancato raggiungimento degli obiettivi posti a fondamento del decreto interministeriale”, che spaziavano dalla razionalizzazione e l’ammodernamento della rete al contenimento delle royalty, passando per il recupero della sostenibilità economica, il miglioramento del servizio e la riduzione dei prezzi al pubblico. Traguardi “largamente falliti” con “un effetto drammatico sulle vendite e sulla manutenzione della rete, abbandonata a sé stessa”, commentano ancora i gestori, i quali rilevano di aver “continuamente evidenziato” che il livello dei prezzi dei carburanti (“ma vale altrettanto per il caffè o il panino”) “è stato, ed è, ingiustificatamente più alto di quello praticato su rete ordinaria proprio per il peso esercitato dalle royalty pretese dai concessionari, in aggiunta al pedaggio”. Nel ricordare poi “che è aperta da anni una vertenza autostrade”, la nota rimarca che in circa dieci anni gli erogati sulla grande viabilità “sono crollati del 60%, riducendosi al 6% del totale venduto in Italia” e che “i gestori espulsi dalla rete non hanno potuto neanche beneficiare - nella stragrande maggioranza dei casi - dell’indennizzo che il decreto interministeriale aveva previsto a carico degli stessi concessionari ed affidatari, in alternativa al principio della continuità gestionale”. “Se non si interviene con decisione si rischia di consegnare ai concessionari un settore interamente soggetto a pubblica concessione”, stigmatizzano infine le federazioni, che sottolineano di aver chiesto a più riprese “la separazione delle concessioni, distinguendo la gestione delle aree di servizio da quelle della viabilità”. “Il dossier delle concessioni autostradali se aperto deve essere rivisto in ogni singolo dettaglio”, chiude il presidente di Faib Autostrade, Antonino Lucchesi, “per garantire più concorrenza e servizi sul segmento, eliminando privilegi e rendite di posizioni sui servizi food, per contenere i prezzi e ridare competitività alle imprese, evitando di consegnare un grande patrimonio pubblico ad un oligopolio”.  









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