Costa, crisi idriche spostano 70 milioni di persone all'anno



ROMA - "Le crisi idriche spostano ogni anno circa 70 milioni di persone, numero raddoppiato negli ultimi 50 anni. Le stesse crisi idriche generano conflitti sanguinari, con un incremento del 150% dal 2000 a oggi. La malattia che stronca la vita al maggior numero di bambini al mondo è l'assenza di acqua oppure la sua contaminazione". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, il pentastellato Sergio Costa, intervenendo martedì a Parigi alla Conferenza internazionale sull'acqua organizzata dall'Unesco. "La disponibilità di acqua dolce - ha spiegato il ministro - sta progressivamente diminuendo con la crescita della popolazione e con l'aumento degli impieghi agricoli, industriali ed energetici, mentre le regioni continentali diventano sempre più secche a causa dei cambiamenti climatici". "Quasi 1,4 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di malattie associate all'acqua potabile contaminata - ha proseguito Costa -. Tre persone su 10 non hanno accesso all'acqua potabile, 6 persone su 10 non hanno servizi igienici sicuri, 2 miliardi di persone vivono in Paesi sottoposti a forti stress idrici". Per il ministro "è necessario sviluppare il sistema di controllo e monitoraggio dell'acqua, per superare pericolosi meccanismi di aggregazione nazionale e internazionale che tendono alla privatizzazione estrema impoverendo i territori; ridurre gli sprechi; investire per ristrutturare le reti idriche; informare il cittadino sulla gestione della risorsa acqua con una piattaforma aperta". "L'acqua è sopravvivenza e rappresenta un diritto umano inalienabile - ha concluso Costa -, eppure parliamo ancora di un bene commerciale sul quale ottenere la massimizzazione del profitto, come si potrebbe fare per qualsiasi prodotto posto in commercio, piuttosto che come bene essenziale per la vita umana".









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