Eco e sisma bonus, “una semplificazione è d’obbligo”



Quotidiano Energia - Il ministero delle Infrastrutture, insieme agli altri dicasteri competenti, “sta lavorando” sul tema dell’eco e del sisma bonus per risolvere alcuni problemi, visto che “una semplificazione burocratica è d’obbligo”. È quanto spiegato ieri nella sede di Ance dal capo della segreteria tecnica del Mit, Dimitri Dello Buono, in occasione del lancio di una campagna di comunicazione su questi due strumenti. Per Dello Buono esistono difficoltà a livello amministrativo, di controllo dei lavori, di reperimento dei fondi e anche sotto l’aspetto culturale: “Bisogna capire che nell’era dei bitcoin questi due bonus attivano una sorta di edilcoin”. Tra le proposte, quella di istituire un ufficio unico su sisma ed eco bonus dove poter gestire tutte le pratiche necessarie. La fotografia del settore è stata fatta da Ance, che nel corso dell’evento ha fornito alcuni dati. In particolare, si contano in Italia 12,2 milioni di edifici a uso abitativo, di cui il 70% costruito antecedentemente all’emanazione delle prime norme antisismiche e sull’efficienza energetica (1974 e 1976). Il fabbisogno termico medio di queste strutture, infatti, è quattro volte superiore rispetto alle attuali soglie normative. Inoltre, 9,3 milioni di immobili residenziali sono stati costruiti nelle tre maggiori classi di rischio sismico del Paese. Alla luce di questi dati l’associazione stima che in Italia sono necessari 105 miliardi di euro per opere strutturali di miglioramento sismico e 33,5 mld di euro per la riqualificazione energetica. Per far fronte a questa mole di investimenti “eco e sisma bonus sono indispensabili”, oltre che una leva per far ripartire l’economia”, come spiegato dal vicepresidente di Ance, Rodolfo Girardi. Da qui l’appello al Governo di “stabilizzare e potenziare queste misure” fatto da tutta la filiera delle costruzioni, in rappresentanza della quale erano presenti ieri, oltre ad Ance, anche Armando Zambrano (presidente Consiglio nazionale ingegneri), Arcangelo Francesco Violo (presidente Consiglio nazionale geologi), Maurizio Savoncelli (presidente Consiglio nazionale geometri), Massimo Crusi (tesoriere Consiglio nazionale architetti), Luca Ferrari (presidente Isi), Gabriele Scicolone (presidente Oice), Federica Brancaccio (presidente Federcostruzioni). A loro si sono aggiunti Catiuscia Noe, responsabile energia di Legambiente, e Francesco Burrelli, presidente Anaci. A chiudere i lavori dell’evento sono stati Federico Testa, presidente dell’Enea, per il quale il futuro dell’ecobonus passa per il coinvolgimento delle utility nella filiera, e Massimo Sessa, presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che ha lanciato l’idea di avviare una sperimentazione contemporanea di dei due bonus in un caso di studio che possa far emergere con più chiarezza i problemi burocratici, tecnici e finanziari su cui occorre intervenire.  









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