Free: “Autoconsumo, coprire minor gettito oneri con calo A3”



Quotidiano Energia - Utilizzare in parte il calo degli incentivi alle rinnovabili, previsto dal Gse nell’ordine del 10% al 2030, per coprire i minori oneri versati al sistema a seguito dell’affermarsi dell’autoconsumo.  Questa la proposta avanzata dal presidente del Coordinamento Free, G.B.Zorzoli, in occasione dell’audizione sul Pniec alla X commissione della Camera. “Se uno sviluppo consistente dell’autoconsumo portasse via il 20% dei ricavi ai gestori di rete – ha spiegato - basterebbe utilizzare il 40% dei risparmi legati ai minori incentivi alle Fer per rimborsarli dei minori guadagni, il tutto con incidenza zero sui consumatori”. Questi ultimi, ha aggiunto Zorzoli,  potrebbero per contro usufruire della riduzione dei prezzi dell’energia dovuto proprio alla diffusione di autoconsumo e Fer. Secondo il Coordinamento Free, l’autoconsumo sarebbe anche la risposta ideale alle necessità di corretta localizzazione degli impianti (in quanto l’offerta sarebbe direttamente correlata alla domanda), mentre si dovrebbe evitare “un’eccessiva installazione al sud” visti i necessari ingenti investimenti sulle reti. Zorzoli ha poi rimarcato l’esigenza di “un decreto di poche parole” che stabilisca come le reti condominiali siano da considerare “a tutti gli effetti Sistemi di distribuzione chiusi”. Più in generale, il presidente ha auspicato che l’Italia recepisca in tempi brevi le tre direttive Ue escluse dalla legge di delegazione europea 2018, o almeno “quei provvedimenti prioritari e direttamente attuabili”. Il componente del comitato direttivo Free, Livio De Santoli, ha infine elencato una serie di “proposte urgenti per aggredire in maniera unitaria il settore dell’efficienza sugli edifici”, al fine di aumentare la diffusione (dall’1% al 2% in termini di metri quadrati) e di passare dal +30% al +60% in termini di efficienza ottenuta. Andrea Siri di Efet ha affrontato vari temi cari all’associazione europea dei trader. Partendo dall’Intraday, l’auspicio è che “si attui presto, possibilmente entro la prima metà del 2020”. Siri ha poi supportato il passaggio al self-dispatching, che “dà agli operatori la possibilità di scegliere quali impianti attivare”, lasciando al Tso gli interventi “solo in caso di specifici vincoli di rete”. E a proposito di reti, Efet chiede di accelerare gli investimenti, anche al fine di “avere un solo prezzo dell’elettricità in emissione e prelievo, con effetti positivi anche sulla diffusione delle Fer”. Per quanto riguarda la generazione distribuita l’obiettivo deve essere “favorire un ruolo più attivo dei Dso, coerente con obblighi molto precisi di unbundling”, mentre nello storage “Tso e Dso devono essere solo neutrali facilitatori del mercato”. Venendo ai servizi ancillari, l’associazione chiede “più chiarezza in merito all’introduzione dei prezzi nodali”, mentre si auspica l’introduzione dei prezzi negativi. Sul fronte mercato gas, Siri invita alla “cautela” sulle regole per ridurre lo spread di prezzo con la Ue per il timore di “impatti sul Psv, che è un riferimento affidabile”. Efet ha infine annunciato uno studio sulla decarbonizzazione del mercato gas e sul sector coupling con l’elettricità. Il coordinatore commissione energia di Federmanager, Sandro Neri, ha posto l’accento sulla riduzione dei costi amministrativi per le imprese, sulla semplificazione delle procedure, sulla creazione di “un circolo virtuoso pubblico-privato per attivare gli investimenti”, che devono essere diretti soprattutto sulla tecnologia, l’efficienza energetica e sulla formazione. Da questo punto di vista, Neri ha ricordato i due accordi con l’Università Roma Tre e Elettricità Futura, e in particolare i corsi previsti nel 2019/2020 “sulla certificazione energetica e i relativi controlli (demandati alle Regioni, che però non hanno strutture adeguate)”. L’obiettivo è “creare manager preparati che mettano in piedi start-up”.









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