Mobilità sostenibile, divampa la polemica in Germania



Quotidiano Energia - Hanno alzato subito un polverone le prime indiscrezioni sulle proposte della “Piattaforma tedesca per il futuro della mobilità”, la commissione istituita nei mesi scorsi da Berlino per individuare entro marzo una serie di misure per rendere più sostenibile il settore trasporti. Secondo la bozza di un documento di lavoro intercettata dalla “Reuters”, l’organismo - di cui fanno parte tra gli altri l’associazione degli industriali Bdi, il sindacato IG Metal, l’automobil-club tedesco, i Comuni, le ferrovie, VW e organizzazioni ambientaliste – avrebbe vagliato idee che vanno dall’aumento delle tasse su benzina e diesel all’introduzione di un limite di 130 km/h sulle autobahn, note per non avere nessuna velocità massima consentita. Per le accise sui carburanti tradizionali, in particolare, il quotidiano tedesco “Handelsblatt” parla di un ipotetico aumento di 3 centesimi nel 2023, a cui seguirebbero rialzi di 1 cent all’anno. Ancora, nella bozza riportata si citano quote per le vendite di e-car e ibride plug-in da fissare al 25% nel 2025 e al 50% nel 2030 e un adeguamento della fiscalità sull’auto in base alle emissioni CO2. Proposte di cui la stessa piattaforma riconosce nel testo la complessità di attuazione (“non tutti gli strumenti saranno accettati”), che hanno registrato l’immediata presa di distanze del ministro dei Trasporti di Berlino, Andreas Scheuer. “Sono misure che vanno contro ogni buon senso”, ha commentato a caldo il ministro, che ricollegandosi implicitamente all’esperienza dei gilet gialli francesi ha aggiunto: “Vogliamo esplicitare ai cittadini le opportunità della mobilità del futuro, ma richieste che provocano rabbia, fastidio, stress o mettono in pericolo la nostra ricchezza non diventeranno realtà”.  









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