Canale Energia - Le batterie come accumulo di energia nel fotovoltaico residenziale sono o non sono detraibili? A questa domanda dovrebbe rispondere la circolare della Agenzia delle Entrate 13/E del 2019 ma l'associazione di categoria Anie Rinnovabili solleva il tema della mancanza di chiarezza del testo. La mission verso la transizione energetica è messa a dura prova dall’interpretazione del testo, anche complice l’eccesso di negazioni. La circolare – riprendendo la formulazione della circolare 7/E del 2018 della stessa Agenzia delle Entrate cita così: “L’installazione del sistema di accumulo su un impianto dà diritto alla detrazione sia nel caso in cui tale installazione sia contestuale che successiva a quella dell’impianto fotovoltaico, configurandosi, in dette ipotesi, il sistema di accumulo come un elemento funzionalmente collegato all’impianto fotovoltaico stesso”  – e aggiunge la frase critica – “L’installazione successiva del sistema di accumulo non dà diritto alla detrazione nel caso in cui l’impianto fotovoltaico non sia stato ammesso alla detrazione in quanto oggetto di tariffe incentivanti". L’impatto riguarda un mercato reale e potenziale esteso. Si tratta di circa 25mila storage su impianti fotovoltaici, non tutti incentivati, già istallati e per un mercato che cresce di circa 10mila le installazioni nuove che sono state realizzate nell’ultimo anno. Parliamo di un bacino potenziale di 700mila impianti incentivati, su cui 450mila potenzialmente oggetto di accumuli residenziale. Rispetto al futuro ricordo che abbiamo un Piano integrato energia e clima, prodotto dal nostro governo, in cui gli accumuli giocano un ruolo importante in un’ottica di transizione energetica essendo previsti 6.000 MW di accumulo. Il ruolo della detrazione fiscale nella divulgazione dei sistemi di accumulo è centrale in quanto aiuterebbe il divulgarsi di una tecnologia costosa, ma necessaria in ottica di decarbonizzazione del sistema. Tutte motivazioni per cui l'Anie Rinnovabili chiede un chiarimento.