A 80 anni va in pensione Berto, l'inventore dell'apericena

Matteo Groppo - FOTO GROPPO - BRINDISI DI CAPODANNO - CARRETTAI
BOLZANO. Baci, abbracci e anche qualche lacrima. Eh sì, perché sabato 31 dicembre 2016, è stato l’ultimo giorno di lavoro per Giuseppe Negri, detto “Berto”, un’istituzione delle osterie del centro storico di Bolzano (presenza fissa ai Carrettai di via Streiter negli ultimi 18 anni).



Cuoco ma non solo (anche esperto di vini, grandissimo mescitore, appassionato ricercatore di cucina e ricette), Berto ha deciso di andare in pensione alla soglia dell’ottantesimo compleanno. «Questo lavoro mi è sempre piaciuto - ha detto con la voce rotta da un pizzico d’emozione -: non mi vedevo in pantofole davanti alla televisione, ma adesso è arrivato il momento di prendersi un po’ di tempo e riposarsi... Me lo merito».

Prima dei Carrettai, Berto ha lavorato in un altro posto di “culto” per i bolzanini con qualche anno sulle spalle: la «Bottega del Vino» di Luciano Ferrigato. Una stanza di una manciata di metri nel vicolo dell’antico Municipio tra via Streiter e i Portici. Il banco era una specie di quadrato di legno al centro del locale dove venivano serviti vino sfuso e tartine passate alla storia. Le chele di granchio impanate, la tartare di manzo, e le sarde in saor di Berto andavano a ruba. L’”apericena” prima ancora che qualcuno la inventasse. Poi il Comune, proprietario dell’immobile, non rinnovò il contratto e nel 1998, Ferrigato insieme a Stefano Sartori ed Emilio Principe aprì i “Carrettai” al 20 di via Streiter ("Carrettai" era il vecchio nome della strada). Con Berto sempre ai fornelli. Oggi al timone dell’osteria c’è solo Stefano Sartori, che ne ha fatto uno dei posti più apprezzati e frequentati dai bolzanini. Un posto dove si lavora sodo, a ritmo continuo.

Berto con lo staff dei Carrettai (foto Anna Cerrato)

Berto con lo staff dei Carrettai (foto Anna Cerrato)

Un’energia che per Berto, nonostante le ormai 80 primavere, era “benzina” nel motore, abituato da sempre a lavorare con i giovani, dietro e davanti al bancone. Berto ai Carrettai si occupava della cucina “calda”, e ai clienti già manca il suo piatto forte, la paella, che Negri preparava con una dedizione e una precisione degne di uno chef di Valencia. Per non parlare del risotto con le rane...

«Berto mi mancherà molto - dice Sartori -. In questi anni è stato un punto di riferimento importante per me e tutto lo staff. Ci siamo sempre intesi al volo. Non c’era bisogno di parlare, bastava uno sguardo...».

Un’amicizia profonda che si è vista sabato scorso dal grande affetto che ha circondato Berto: dai colleghi ai clienti, agli abitanti del centro storico che lo conoscono da sempre, un grande abbraccio al cuoco gentile che si è saputo far amare da tutti.













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