Il Trentino verso le elezioni provinciali, aspettando un colpo di scena



Nel centrodestra (leggi in Forza Italia) c’è chi cerca una candidata presidente donna. È l’unico modo, si dice, per convincere la Lega e Fugatti a fare un passo più in là. Risolvendo in un baleno quattro questioni. La prima: la Lega, al di là delle ambizioni salviniane, mica può chiedere agli alleati tutte le poltrone più importanti. La seconda: Fugatti, benché qualcuno immaginava che sfruttasse questa carica in chiave locale, potrà fare il sottosegretario alla sanità senza doversi dimettere ancor prima d’aver di fatto cominciato il suo nuovo impegno. La terza: puntando su una donna il centrodestra introdurrebbe l’unica vera novità di questa a dir poco anomala campagna elettorale. La quarta: così facendo, il centrodestra non solo si riprenderebbe la scena, ma costringerebbe all’ennesima pausa di riflessione un centrosinistra che con una mano continua a sostenere Rossi e che con l’altra insiste nel cercare alternative. Basti pensare al Pd: fino a qualche giorno fa voleva giocarsi proprio la carta della donna con Monica Baggia e Lucia Maestri già in prima fila. Ma non è diversa, l’aria, se si guarda ad un’Upt che vuole allargare la base flirtando soprattutto col partito che ancor non c’è: l’alleanza di sindaci che non sembra peraltro più avere i consensi di qualche mese fa. Consensi abbattuti insieme agli alberi di Rovereto, verrebbe da dire pensando al sostegno che certamente Francesco Valduga ha perso nell’ultima potata roveretana. Che dire poi di Geremia Gios e degli altri civici? O di Roberto De Laurentis, che ha l’aria di chi ha iniziato prestissimo la fuga nella malcelata speranza che qualcuno lo riprenda nel gruppo giusto poco prima del traguardo. E il Movimento 5stelle? Potrebbe essere l’ago della bilancia: togliendo voti al centrodestra o appoggiando il solo Gios, farebbe verosimilmente vincere il centrosinistra (ammesso che sia largo e autonomista); sostenendo invece l’intero centrodestra o la sola Lega più qualche cespuglio civico renderebbe la competizione a dir poco imprevedibile. 

Sembra di essere a un conclave: i papabili sono molti, ma c’è solo una poltrona da Papa. 













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