Ricordare: per resistere e per capire



Chi è riuscito a vivere - anzi, a sopravvivere - non voleva nemmeno più parlarne. Temeva che nessuno potesse credere a quelle atrocità. 

Ricordare è spesso faticoso: trasmettere l’idea del dolore assoluto, soprattutto mentre il mondo cercava di rialzarsi dopo la follia della guerra, è parso ai più impossibile. Davanti alla rinascita e al ritorno alla vita, essere testimoni dell’abominio è un percorso accidentato e doloroso. Meglio l’oblio. Una coperta che tutto nasconde: il proprio dolore e quello di chi per ragioni diverse voleva solo dimenticare.

Ma la forza della verità, alla fine, ha vinto. Con le parole. Con la violenza delle immagini. Con l’orrore dei numeri. Con la memoria. 

Ricordare la shoah e i campi di sterminio, la pagina più dolorosa, raccapricciante e assurda del Novecento, rischia di diventare un rito. Un giorno per ricordare; 364 per scordare, per negare. Voltarsi e guardare ancora in faccia il passato è però necessario. Sartre ci rammenta che l’ebreo è un pretesto («altrove ci si servirà del negro e del giallo») e che l’antisemitismo è diventato di fatto il paradigma di ogni forma di nazionalismo. Senza passato, non siamo nulla. In un tempo in cui - come denunciava Umberto Eco - il «sapere sembra non essere più necessario», solo la conoscenza può piegare l’ignoranza, l’arroganza, la supponenza. In questo 2019 c’è ancora un senatore della maggioranza che passa per veri clamorosi falsi come «i protocolli dei savi anziani di Sion». Segnale inquietante. Uno dei tanti. Per fortuna è sceso di nuovo in campo il presidente della Repubblica: criticando chi usa con disinvoltura teorie cospirative, Mattarella ci ha ricordato che quando il benessere dei popoli o gli interessi delle maggioranze si fanno coincidere con la negazione del diverso, la storia spalanca le porte alle più immani tragedie. Dove la propaganda non bastava - ha aggiunto -, arrivavano il terrore e la violenza. La ragionevolezza e l’intelligenza umana furono oscurate, fino al punto di non ritorno, dalla nebbia fitta dell’ideologia e dell’odio razziale.

 













Altre notizie

Attualità