Alto Adige, al centro di ascolto diocesano segnalati 5 abusi in un anno
Quattro casi – viene spiegato – hanno riguardato l’ambito ecclesiale e sono episodi risalenti a molti anni fa. Uno si è verificato al di fuori della Chiesa
BOLZANO. Lo scorso anno cinque persone si sono rivolte al Centro di ascolto diocesano per segnalare abusi a livello sessuale, fisico o psicologico. Gli episodi risalgono a molti anni fa.
C’è anche questo dato nella relazione del Servizio specialistico diocesano per la tutela dei minori da abusi sessuali e da altre forme di violenza, presentata ieri sera (24 gennaio) dal referente diocesano Gottfried Ugolini nell’incontro con il vescovo Ivo Muser e il comitato consultivo di esperti.
L‘impegno della Diocesi, ha detto il vescovo, prosegue investendo nel concreto sviluppo del lavoro di prevenzione attraverso un’elaborazione complessiva. Come base funge la proposta di studio esistente.
A inizio 2018 è stato istituito uno specifico Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili che mantiene alta l’attenzione sul tema di abusi e violenze attraverso un impegno nell’attività di informazione e prevenzione, affiancato anche da un comitato di esperti.
La Relazione 2021 è stata illustrata da don Gottfried Ugolini, responsabile del Servizio specialistico: l’anno scorso allo specifico Centro di ascolto diocesano e alla referente Maria Sparber si sono rivolte 5 persone per segnalare violazioni e abusi in ambito sessuale, fisico o psicologico.
Quattro casi hanno riguardato l’ambito ecclesiale e episodi risalenti a molti anni fa, uno si è verificato al di fuori della Chiesa.
"Un lavoro di prevenzione efficace inizia esplorando la cornice che ha portato o impedito l'abuso di potere e la violenza. È importante monitorare le persone colpite e il loro ambito familiare, le comunità parrocchiali, le scuole e i convitti, così come gli autori dell’abuso e il trattamento loro riservato“, ha detto Ugolini.
Nel 2021 il comitato consultivo si è riunito sette volte. Nonostante la pandemia si è svolto anche il convegno annuale dal titolo “Coraggio, parliamone!“, dove è stata presentata la proposta di uno studio sull’elaborazione dei casi nella Chiesa altoatesina.
Nell’incontro di ieri si è discusso dei prossimi passi. In merito allo studio proposto, il vescovo ha ricordato che gli organismi diocesani hanno auspicato un rafforzamento del lavoro concreto di prevenzione a tutti i livelli attraverso corsi specifici, linee guida e sussidi.
Il presule ha sottolineato che qualsiasi lavoro di prevenzione sostenibile deve basarsi su un‘elaborazione approfondita: "Poco più di un anno fa ho commissionato la proposta di studio. Il concetto ora disponibile offre la base per concretizzare il processo di elaborazione, la cui attuazione pianificherò assieme al comitato".
Per mandare un segnale di speranza a quanti sono coinvolti nella nostra Diocesi, il vescovo ha dato il suo impegno vincolante e assieme al comitato consultivo ha ribadito che l’abuso di potere e la violenza sessualizzata sono un problema sociale: sia la Chiesa che la società sono chiamate ad affrontarlo in profondità. Anche la Conferenza Episcopale Italiana ha in programma di avviare una rilevazione sugli abusi nella Chiesa, alla quale parteciperà anche la Diocesi di Bolzano-Bressanone.