IL CASO

Bandiera venetista vietata all'Euganeo di Padova, insorge la Lega

Il caso in occasione della partita di domenica pomeriggio tra Padova ed Alto Adige, vinta per 1-0 dalla compagine nostrana. Il governatore Zaia: «Gesto incivile»



PADOVA. Una bandiera raffigurante il Leone di San Marco, simbolo del Veneto e dei venetisti, non viene fatta passare nel settore degli ultras che attendevano il fischio di inizio della partita Padova-Alto Adige, valida per il campionato di calcio di serie C. Per tutta risposta i tifosi sugli spalti intonano il coro «Bastardi noi siamo il Veneto» e oggi la Lega insorge chiedendo spiegazioni al ministro dell'interno Lamorgese.

«Vietare l'ingresso in uno stadio alla bandiera con il Leone di San Marco dei tifosi veneto è quantomeno incivile» afferma il governatore Luca Zaia.

Dalla Questura arriva la precisazione che la bandiera è stata 'bloccata' ad un ventenne, e non sequestrata dallo steward, nel rispetto di una normativa in vigore da 12 anni che impone «di introdurre negli stadi striscioni o quanto ad essi assimilabili solo se preventivamente autorizzati». Mentre possono entrare liberamente «le bandiere con i colori sociali delle due squadre in competizione». Peraltro non è la prima volta che accade. «Anche in occasione della partita di Coppa Italia Padova-Vicenza, disputata lo scorso 6 novembre - precisa sempre la Questura - è stato consentito l'accesso esclusivamente alle bandiere con i colori sociali delle due squadre in competizione».

Chiarimenti che non convincono il deputato del Carroccio Massimo Bitonci, che ha depositato un'interrogazione al ministro per chiedere «se non ritenga opportuno approfondire la dinamica della vicenda». Per Silvia Rizzotto, capogruppo veneto della Lista Zaia in consiglio regionale, si tratta di un atto contro il Veneto e le sue pressanti richieste di Autonomia. «Da quale articolo della Costituzione, questa volta, il Governo farà uscire l'illegittimità ad essere 'troppo venetà una bandiera - afferma -. Da Roma stanno dando schiaffi in faccia ai veneti uno dietro l'altro. Ma hanno sbagliato Regione; vadano a fare i repressivi dove i loro slogan elettorali fanno ancora presa». Sulla questione interviene anche Nicola Finco, capogruppo della Lega in Regione: «quanto accaduto a Padova - afferma - è un fatto gravissimo, soprattutto perché viene da un rappresentante dello Stato, il Questore Paolo Fassari, che dovrebbe conoscere la storia della nostra Regione. Stiamo parlando non del simbolo di un partito o di una corrente politica - conclude - ma di una terra, dell'identità di un popolo». 













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Valeria Frangipane

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