Appiano, l’Asl taglia anche il ginecologo 

Il servizio era gradito (1200 pazienti l’anno) ma l’Azienda pagava il medico solo 17 euro. La giunta: «Un autogol clamoroso»


di Massimiliano Bona


APPIANO. Ad Appiano molte donne, italiane e straniere, che fruivano del servizio ginecologico al Distretto ci sono rimaste male. L’Azienda sanitaria, infatti, ha preferito rinunciare al prezioso apporto del dottor Giampaolo Cappi, che assisteva - più o meno - 110 pazienti al mese con visite ed ecografie, piuttosto che trovare una formula contrattuale per trattenerlo. Lo stimato specialista – che ha uno studio privato a Bolzano e che sarebbe anche pronto a tornare ma a condizioni decorose – per 40 ore mensili (due giorni alla settimana) negli ultimi sei mesi di lavoro è stato pagato 17 euro l’ora, contro i 50 pattuiti (incluse le spese per i trasferimenti in Oltradige).

In questo momento al Distretto sanitario di via Plazer si può fare solo il Pap test, ma non più le visite. Fatto quest’ultimo che ha suscitato l’indignazione tanto dell’assessora alla famiglia Monika Hofer Larcher quanto del vicesindaco Massimo Cleva, che torneranno a breve alla carica con il nuovo assessore provinciale Thomas Widmann.

«Un autogol clamoroso», commenta il vicesindaco. «Un servizio con questi numeri, che funziona, va difeso e potenziato semmai. Appiano ha 15 mila abitanti e su Appiano gravitano anche molte donne di Caldaro. Straniere e anziane, ad esempio, cosa faranno adesso? Saranno costrette a rinunciare alla visita perché sono impossibilitate a spostarsi? Confidiamo che l’Asl ci ripensi». Sulla stessa lunghezza d’onda la collega Hofer Larcher. «Mi spiace davvero. Tra due settimane avremo un confronto con gli operatori del Distretto e porrò il tema all’attenzione generale. Anche perché l’Asl non ci ha nemmeno consultato». Ma come si è arrivati a questa scelta miope, visto che – nonostante la penuria di medici – c’era un professionista disposto a garantire il servizio? Da giugno 2017, vista l’ impossibilità di prolungare i contatti d’opera, a Cappi è stato proposto un contratto da dipendente «Sumai» a tempo determinato che prevedeva 40 euro orarie al netto di tasse e contributi. E fin qui le parti erano d’accordo. La sorpresa, poi, è arrivata con la dichiarazione dei redditi. Si è scoperto che la tariffa oraria netta corrisposta allo specialista era stata di 17 euro. Per 40 ore mensili al distretto di Appiano a Cappi sono stati corrisposti 629 euro. Il medico si è rivolto anche all’assessora Stocker e al primario di riferimento ma nessuno è riuscito a rivolvere il problema. «Se serve raccoglieremo firme - spiega una residente infervorata - ma il nostro ginecologo deve tornare...».

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