Asilo, bimba di quattro anni travolta da un armadio 

A Bronzolo. Dodici punti di sutura sulla fronte, ventun giorni di prognosi Il padre: «Ho dovuto chiamare i carabinieri, le maestre non lo hanno fatto»


di Massimiliano Bona ; w; Era già successo a Natale, in occasione del Mercatino (tra i più originali della provincia), quando gli studenti della facoltà di Arte e Design si erano messi al servizio dei residenti con prodotti unici nel loro genere. Ora l’arte irrompe nuovamente nella cittadina della Bassa Atesina sempre facendo leva sul talento e l’entusiasmo dei ragazzi di unibz che usano Egna come una sorta di palestra per la loro crescita. C’è, infatti, lo zampino della Facoltà di Design e Arti di unibz anche nella nuova immagine del Centro culturale giovanile Point di Egna, in assoluto il più frequentato e attivo della Bassa. Grazie infatti alla conoscenza diretta con il professor Kuno Prey, docente di Product Design e abitante del paese nella Bassa Atesina, Michele Braito, nuovo direttore del centro giovanile, ha pensato di coinvolgerlo nella ridefinizione della nuova immagine grafica per la struttura. «Come residente di Egna, sono molto interessato alle iniziative di Point e, un po’ anche per sostenere i miei ex-studenti ho proposto una collaborazione con il neolaureato Federico Bergonzini, che è stata accolta con particolare entusiasmo da Michele Braito», spiega il professore di unibz. «Per aumentare l’identificazione dei giovani del posto con il loro centro culturale, abbiamo quindi pensato a un workshop che li coinvolgesse di persona». Un modo, dunque, per trasformarli da semplici spettatori a protagonisti. Grazie alla collaborazione delle docenti di Arte delle scuole medie di Egna Daria Dellai ed Elke Spitaler nelle scorse settimane un gruppo di alunni delle scuole medie di Egna ha partecipato al workshop creativo condotto da Bergonzini: si è trattato di un buon esempio di una proficua collaborazione creativa tra ragazzi di gruppi linguistici diversi. Otto ragazzi, tre della media tedesca e cinque della media italiana, incoraggiati dall’entusiasmo di Federico Bergonzini e delle due docenti hanno così ideato una serie di immagini e di scritte che rappresentano al meglio il Point. Questi due elementi grafici sono poi stati combinati in ben 200 possibili varianti di logo. Ora il giovane designer elaborerà il materiale trasformandolo nel nuovo logo del Point. «L’idea è di mettere a punto un logo dinamico, capace di adattarsi ed esprimere al meglio le svariate attività che il centro culturale giovanile organizzerà insieme ai suoi giovani», afferma Bergonzini. Una scommessa vinta, dunque, che dimostra anche come l’ateneo bolzanino possa mettersi al servizio della periferia con il talento dei suoi allievi.


BRONZOLO. Al momento non si sa davvero come sia potuto accadere, fatto sta che ieri mattina all’asilo in lingua tedesca di Bronzolo una bimba di quattro anni è rimasta seriamente ferita da un armadio che le è caduto in testa: dodici punti di sutura alla fronte, un occhio pesantemente tumefatto, graffi alle braccia, una ferita alla mano. Con almeno ventuno giorni di prognosi è stata ricoverata all’ospedale San Maurizio per accertamenti. Sull’incidente indagano i carabinieri della locale stazione. «E poteva andare anche molto peggio», racconta preoccupato il padre della bimba, che oggi si recherà prima dal sindaco, per chiedere che si faccia luce sull’episodio, e poi dai carabinieri per sporgere denuncia.

Erano da poco passate le 10.30 del mattino, racconta il nonno della bimba. «È incredibile che sia potuto accadere: a mia nipote è crollato un armadio addosso. Le è finito dritto in testa. Le due assistenti dell’asilo hanno allertato i soccorsi, ma si sono guardate bene dal chiamare i carabinieri, come di dovrebbe fare in questi casi». La bimba, un profondo squarcio sulla fronte, è stata medicata sul posto e poi trasferita al San Maurizio di Bolzano. Dodici punti di sutura, «si vedeva chiaramente l’osso», come chiarisce ancora il nonno. Una benda in testa, una mano fasciata, un occhio quasi completamente chiuso, forti dolori alla mascella, lacerazioni superficiali alle braccia e al volto. È il padre, a chiedere che le foto vengano pubblicate, seppur tutelando la privacy della piccola. «Non so cosa sia accaduto, ma pretendo si faccia luce sull’episodio. Soprattutto perché mi auguro che qualcosa di simile non abbia mai più a succedere. E se qualcuno ha delle responsabilità, dovrà assumersele». I carabinieri di Bronzolo, chiamati sul luogo dell’incidente dal padre, secondo il suo racconto non avrebbero trovato, da parte delle maestre, la collaborazione che ci si sarebbe potuti aspettare in un caso del genere. Impressioni della famiglia a parte, saranno ora le forze dell’ordine a indagare. L’episodio è avvenuto in un sottoscala della sede distaccata dell’asilo. «Non riesco a capire: o si trattava di un armadio non ancorato al muro, fatto gravissimo in una scuola dell’infanzia dove i bambini si arrampicano ovunque, o non lo era a sufficienza, oppure ancora mia figlia non era sottoposta alla dovuta vigilanza ed è andata dove non doveva». Intanto, la bimba, dolorante, ha trascorso la notte all’ospedale, sotto osservazione, per scongiurare una possibile commozione cerebrale. «Poteva essere una tragedia», conclude il nonno sotto choc.













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