Era tra i giovani vigili del fuoco a Magré

NICLARA DI CORTACCIA. C’è grande commozione non solo a Niclara, dove abitava, ma anche a Cortaccia e a Magré per la tragica scomparsa di Julian Terzer. Amici e compagni di scuola – il ragazzo,...



NICLARA DI CORTACCIA. C’è grande commozione non solo a Niclara, dove abitava, ma anche a Cortaccia e a Magré per la tragica scomparsa di Julian Terzer. Amici e compagni di scuola – il ragazzo, quattordicenne, frequentava la terza media di lingua tedesca a Salorno – si sono mobilitati fin da ieri mattina ed hanno voluto ricordare lo sfortunato quattordicenne portando ceri, fiori e scritte sul luogo dell’incidente, sulla strada provinciale a qualche km a sud di Cortina.

Julian risiedeva con la famiglia in un maso di Niclara. Il padre Reinhard è un apprezzato agricoltore e faceva molto affidamento sul suo unico figlio maschio che l’anno prossimo avrebbe frequentato la scuola agraria di Laimburg. Più piccolina invece la sorella, che frequenta le scuole elementari.

A Magré Julian Terzer era conosciuto anche perché faceva parte del gruppo dei giovani vigili del fuoco volontari. Il comandante Thomas Tausch, che da quest’anno è il coordinatore di questo settore assieme a Nathalie Chini, stimava molto Julian. “Sarebbe diventato un bravo vigile del fuoco – ha detto Tausch - Dalla sua disponeva di una grande manualità, si prestava a tutte le mansioni e non mancava quasi mai alle frequenti esercitazioni che venivano organizzate. Avrebbe dovuto esercitarsi ancora per tre anni e poi, con il giuramento, sarebbe passato con noi fra i vigili del fuoco effettivi. La sua morte è una perdita immensa soprattutto per la famiglia, ma anche per noi. Ci dispiace molto”. “Continuavo a dirgli di stare attento con il motorino – ci ha detto Nathalie Chini – perché era un ragazzo vivace. Era con noi da quando aveva 10 anni su espresso volere della mamma ed era un bravo allievo soprattutto in tecnica”.

La salma del ragazzo di Niclara è ora composta nella cappella mortuaria del cimitero di Cortina assiepata da molti giovani che non sanno capacitarsi della perdita del loro amico. Non sanno spiegarsi come sia stato possibile l’impatto con l’autovettura. Cercano una risposta attraverso le congetture e le riflessioni che si fanno in questi casi, che fanno in questa occasione gli amici dello sfortunato giovane. Congetture e riflessioni che sono tanto urgenti per cercare di dare una risposta a interrogativi che pesano con un carico di angoscia e disperazione, quanto inutili a dare sollievo. Si ripetono in un insistente giro di interrogativi e nuove parole e altre parole per alimentare altre domande. E Julian non c’è più e non lo si vedrà più scorrazzare felice in sella al suo “Malaguti”, sempre con il casco allacciato. (b.t.)















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