Lidl, centinaia di commesse in sciopero 

Costanzo (Filcams/Cgil): «Le nuove regole per il part time sono di gran lunga peggiori del contratto nazionale»


di Massimiliano Bona


BRONZOLO/BOLZANO. Sono state centinaia le commesse della catena tedesca Lidl a prendere parte allo sciopero organizzato dalla Filcams - Cgil contro il nuovo contratto integrativo che prevede una flessibilità «spinta» anche per i part-time, in deroga al contratto collettivo nazionale. La nutrita delegazione altoatesina, pur di partecipare, è partita da Bolzano alle 4 del mattino. Diverse le commesse dei punti vendita periferici (sei su sette) che hanno deciso di far sentire la loro voce con la speranza di riuscire a riaprire il tavolo delle trattative. Tra loro c’erano Giusi Danza, Anna Falcone e la segretaria provinciale Antonella Costanzo.

«Rinunciare ad una giornata di paga, questo è l’ulteriore sacrificio - sottolinea Antonella Costanzo - a cui sono state obbligate le lavoratrici e i lavoratori Lidl, per dimostrare all’azienda l’insoddisfazione e la rabbia contro un contratto integrativo peggiorativo del precedente, del Ccnl ma anche della legge in materia».

Non c’è un dato preciso sull’adesione allo sciopero ma la risposta è stata superiore alle aspettative. «Centinaia - continua Costanzo - le lavoratrici in sciopero. Grande soddisfazione per un risultato che non era affatto scontato. L’obiettivo dello sciopero è la riapertura del negoziato con l’azienda».

Già, ma cosa chiedono esattamente le commesse?

«Filcams, che le rappresenta, chiede un integrativo che rispetti la legge sui contratti part time, trasparenza nel meccanismo di consolidamento dell’orario, il ripristino della volontarietà per il lavoro domenicale e non ultimo un confronto sul premio variabile da riconoscere alle lavoratrici». L’accordo integrativo, lo ricordiamo, è stato firmato invece da Uil e Cisl che lo ritengono soddisfacente anche dal punto di vista economico. In realtà stiamo parlando di lavoratrici che hanno in gran parte contratti part time e guadagnano 7-800 euro al mese. «Con le nuove regole - spiega Giusi Danza - diventa sempre più dura conciliare gli impegni familiari con quelli lavorativi».

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