Materne, lievitano i costi ma le rette restano uguali 

Quest’anno la previsione di spesa per il Comune passa da 280 a 330 mila euro Le famiglie spenderanno 65 euro al mese, senza riduzioni in base al reddito


di Sara Martinello


EGNA. Restano stabili le rette di frequenza alle quattro scuole materne di Egna e di Laghetti, nonostante quest’anno il Comune preveda di versare 50mila euro in più rispetto all’anno scorso per coprire i costi delle scuole dell’infanzia.

La decisione di mantenere la retta ordinaria a 65 euro è ormai prassi da diversi anni, cioè da quando si abbassò la cifra dai 70 euro del 2011 scegliendo di dare fondo alle casse comunali per compensare il costo mensile delle scuole per l’infanzia. La manutenzione degli edifici e dei giochi, l’acquisto di libri e di materiali didattici, la pulizia, il personale: la gestione finanziaria di una scuola deve tener conto di diversi capitoli di spesa. Per lo scorso anno scolastico le spese sostenute ammontavano a 462mila euro, coperte per 34mila euro dal contributo provinciale, per 142mila dalle rette di frequenza, per 6mila dai contributi del personale. La quota a carico del Comune era stata fissata quindi a 280mila euro. Cifra destinata a crescere sensibilmente quest’anno, con una previsione di 504mila euro, di cui 330mila dalle casse comunali. «Le rette coprono un terzo dei costi totali delle scuole dell’infanzia – chiarisce Andrea Olivetti, l’assessore alle finanze e al bilancio –. Per il Comune è un onere, certo, ma per noi è importante adoperarci per le scuole dell’infanzia. Anche per quanto riguarda le infrastrutture. La scuola materna tedesca di Egna ha raggiunto un numero di iscritti tale da dover spostare due sezioni in una sede distaccata, e stiamo procedendo al risanamento energetico dell’edificio grazie al fondo di compensazione ambientale (la cifra accordata attraverso la Provincia da Sf Energy, concessionaria della centrale idroelettrica di San Floriano, ndr). La scuola materna italiana di Laghetti, invece, entro l’inizio dell’anno scolastico 2020/2021 si potrà trasferire nella nuova sede, sempre in piazza Chiesa. I lavori dovrebbero prendere il via a novembre». Già l’anno scorso a Laghetti si era registrato un netto aumento degli iscritti, tanto che allora si era dovuta istituire una seconda sezione per poter accogliere i figli delle persone arrivate nella Bassa Atesina da altri Paesi, quelli delle coppie miste e anche bambini di madrelingua tedesca. In mancanza di spazi adeguati, si era sacrificata la biblioteca, ma affinché il locale, l’ingresso e i bagni annessi fossero in grado di accogliere bambini in tenera età, si erano resi necessari lavori edili di adattamento, l’acquisto di arredi e vari provvedimenti di messa a norma.

Tornando alle rette di frequenza, oltre all’importo canonico di 65 euro ci sono quelli per il secondo bambino della stessa famiglia iscritto, 46 euro, e per i bambini provenienti da altri comuni (eccetto Termeno, via Stazione, Montagna e caseggiato “ex Pinzonerhof”), di 75 euro. Le rette aumentano rispettivamente a 84, 65 e 97,50 euro per la frequenza con orario prolungato. Non sono previste riduzioni in base al reddito, anche se, precisa Olivetti, «in casi di grave e comprovato disagio esiste una possibilità di applicazione di tariffe inferiori». Si parla di perdita dell’abitazione o di un genitore, casi che per fortuna rimangono isolati.













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