Migranti, la casa vuota è in vicolo dei Conti 

La sindaca di Magré si dice stupita dei ritardi: «Il Comune ha fatto da tempo la sua parte»


di Bruno Tonidandel


MAGRÉ. Sulla vicenda del mancato arrivo dei cinque migranti a Magré sulla base del progetto Sprar, il sindaco, la signora Theresia Degasperi Gozzi, è tranquilla perché ha la coscienza a posto. Il Comune si è attivato per tempo e ha fatto tutto ciò che era stato richiesto dalla Provincia e dal Comprensorio. Non altrettanto si può dire, invece, dello Stato, che sembra essersi «dimenticato» di inviare i rifugiati.

«L’appartamento destinato ai profughi è pronto già dal mese di maggio dello scorso anno. Abbiamo faticato a trovare questo alloggio, l’abbiamo reso perfettamente abitabile secondo i canoni del progetto Sprar, più volte ci siamo rivolti alla Comunità comprensoriale per chiedere spiegazioni sul ritardo dell’arrivo di questi migranti. Più di così non potevamo fare. E personalmente non so neppure se corrisponde al vero la notizia che l’affitto venga pagato alla proprietaria della casa».

In effetti del possibile arrivo dei cinque migranti a Magré se ne parla già da un anno. Il Comune, specie l’assessore Uli Sanin, incaricata della vicenda, si è fatto in quattro per reperire l’alloggio situato in una vecchia casa in pieno centro storico in vicolo dei Conti, affacciata su Piazza Santa Geltrude, a pochi passi dall’ingresso del rinnovato albergo “Al Cervo”.

L’appartamento si trova al secondo piano dello stabile ed è composto da tre stanze più soggiorno, cucina e servizi igienici.

«Abbiamo avuto delle spese non indifferenti – ci ha detto ancora il sindaco – perché siamo stati costretti a sostituire il pavimento, a tinteggiare l’alloggio e ad arredarlo con mobili seppur usati ma perfettamente in buono stato. Insomma si tratta di un appartamento dignitoso che potrebbe essere abitato da qualsiasi famiglia del paese. Di concerto con la giunta comunale, abbiamo espresso il nostro desiderio di poter ospitare una famiglia di migranti anziché cinque persone singole». Ora però è da maggio che l’alloggio è sfitto e dei migranti nemmeno l’ombra. Anche la signora Degasperi Gozzi, come il presidente della Comunità comprensoriale Edmund Lanziner, è dell’idea che, cambiando il governo le direttive sulla collocazione dei richiedenti asilo che arrivano nel nostro Paese, si sono fatte un po’ confuse. Anche il progetto Sprar non sembra sia più attuabile. «Io posso solo garantire – ci ha detto a conclusione della chiacchierata il primo cittadino di Magré – che noi siamo favorevoli ad accogliere queste persone sfortunate che fuggono dai loro Paesi in guerra; e, devo dire, che anche la comunità di Magré non è assolutamente contraria. Ne abbiamo avuto la dimostrazione quando ci siamo impegnati alla ricerca dell’appartamento e dei mobili per arredarlo: la collaborazione è stata totale».

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