Nomadi, Bassa modello di integrazione 

In un paio di anni a Vadena nel campo sotto l’A22 sono scesi da 60 a 13. Positivi gli esempi anche ad Appiano e Salorno 


di Massimiliano Bona


VADENA/APPIANO/SALORNO. In Bassa Atesina se si parla di nomadi, nove volte su dieci, si parla anche di storie di integrazione. La “fotografia” invocata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini l’ha fatta il Comprensorio, d’intesa con il Comune di Vadena che li ospita da sempre. A Monte, proprio sotto l’A22, fino ad un paio di anni fa c’erano sessanta Sinti, costretti a vivere in condizioni davvero ai limiti della decenza complice l’inquinamento da polveri sottili legato al passaggio dell’Autobrennero. Molti genitori, esasperati e impauriti, hanno prodotto certificati medici che attestavano allergie di vario genere. E il Comprensorio ha visto e provveduto. «Oggi - conferma il sindaco di Vadena Alessandro Beati - ne sono rimasti solo 13 e fanno capo ad un’unica famiglia che vuole restare assieme. Gli altri? Molti ragazzi di quei nuclei familiari sono cresciuti e hanno fatto altre scelte. Almeno 20 Sinti sono stati sistemati in alloggi per l’edilizia popolare». Per i 13 rimasti si sta cercando un nuovo campo, più piccolo, da attrezzare in tempi brevi. Anche perché sotto il viadotto dell’A22 passerà la ciclabile (di Ora) e i nomadi dovranno andare via per forza nel giro di un anno. «Abbiamo - continua Beati - due o tre offerte interessanti e contiamo di chiudere a breve. I nomadi, qui, non sono affatto un problema».

Lo sono stati, per qualche tempo, a Salorno, tanto da arrivare ad alcuni arresti per una maxi rissa (tra loro) fuori dal supermercato, ma da allora è passata parecchia acqua sotto i ponti e la situazione sembra essersi normalizzata. Per buona pace di Salvini. Che peraltro si riferisce solo ai rom «e ai poveri bambini dedicati al furto e all’illegalità».

Un altro esempio virtuoso è quello del Comune di Appiano dove i nomadi vivono da anni in casette prefabbricate nel bosco, lontano dal centro abitato, ma in un contesto pulito e assolutamente rispettoso dell’ambiente. In Bassa e Oltradige, di sicuro, non c’è alcuna emergenza. E proprio nessuno avverte la necessità di schedare i Sinti.

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