Oggi il giro di boa per la Sky Run 

Stasera saranno circa 400 i chilometri già percorsi da Pellegrini e Rabensteiner



SALORNO. Ce l’hanno fatta, Jimmy Pellegrini e Alexander Rabensteiner: nonostante i ghiacciai siano inospitali per i podisti in scarpe da ginnastica, venerdì sera i due atleti che da Ferragosto sono impegnati nel giro a piedi lungo tutto il confine dell’Alto Adige sono riusciti a raggiungere il rifugio Pio XI alla Palla Bianca, meta prefissata per la terza tappa della Sky Run South Tyrol.

Da lì sono poi ripartiti ieri mattina alla volta del Giogo Alto e del lago di Vernago, dopodiché, seguendo il confine del Similaun, sono arrivati in val di Fosse. Dal passo Gelato hanno poi seguito l’alta via di Plan in direzione del passo Rombo. Infine, passando per la malga al lago Nero di Tumulo, hanno finalmente concluso la quarta meta al rifugio Cima Libera. Circa 72 i chilometri percorsi in un giorno attraverso i ghiacci, per i due atleti partiti da Salorno. Le maglie fluo bastano appena, a distinguerli da questi paesaggi aspri nati da scosse telluriche inimmaginabili, eppure così pacifici ed eterni agli occhi dei pochissimi visitatori. Il fotografo Fabian Dalpiaz li raggiunge in bici, mentre suo nonno Pino Dalpiaz segue il percorso col minivan stipato di cibo, ricambi e attrezzature.

Oggi il programma di Pellegrini e Rabensteiner prevede – dopo una ricca colazione al rifugio Cima Libera – che i due raggiungano la forcella del Montarso oltrepassando la Parete Bianca e la Croda Nera fino ad arrivare al monte delle Cave. Da lì dovrebbero proseguire direttamente sul confine fino al passo del Brennero, e poi risalire al passo di Vizze passando per la Spina di Lupo e la Cima del lago Romito. La meta di questa quinta tappa è il rifugio Passo di Vizze, che la piccola ma determinata spedizione dovrebbe raggiungere in serata.

Siamo a metà. Se tutto va secondo il programma, stasera saranno già quasi 400 i chilometri percorsi, con 30mila metri di dislivello positivo e altrettanti di dislivello negativo. Sembra incredibile che due uomini – anche se debitamente armati di ramponi e di imbrago – possano avere il coraggio di sfidare se stessi e la montagna, portando a termine il giro del confine in soli dieci giorni. Eppure il viaggio continua a regalare emozioni a chi li segue in quest’impresa mai tentata prima.

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