Paesani «scrocconi», mangiano filetto e non pagano il conto 

Lo sfogo del titolare del ristorante «La Bot» di Salorno Dalvit: «O saldano i loro debiti o li denuncio ai carabinieri»


di Massimiliano Bona


SALORNO. Il ristorante è uno dei più noti a Salorno, «La Bot», ed è gestito da Giorgio Dalvit, personaggio molto apprezzato in Bassa Atesina. Un gran lavoratore, con il sorriso stampato in volto e che ci sa fare con i clienti. Martedì sera, dopo aver realizzato di essere stato preso..per il naso per la seconda volta in pochi mesi dalla stessa famiglia, tra l’altro di compaesani, non ci ha più visto. «Questa volta erano in cinque - racconta Dalvit - e hanno mangiato tagliata di manzo, filetto al pepe verde, patate e brindato con le bollicine. Il conto? Era di 107 euro. Al momento di pagare hanno strisciato il bancomat, che non andava. Hanno detto che sarebbero andati allo sportello più vicino per tornare con i contanti. Ebbene, li sto ancora aspettando». Il problema è che con la stessa famiglia (erano deu cugini) c’è un precedente della scorsa primavera. «In quell’occasione non feci nulla perché si trattava di pizze e il conto era di 35 euro. Ma questa volta mi sono proprio arrabbiato e ho deciso di rivolgermi ai carabinieri». I militari dell’Arma della stazione di Salorno hanno consigliato all’esercente di pazientare un paio di giorni prima di fare denuncia per insolvenza. Magari, incrociando l’oste in paese, potrebbero provare un senso di colpa, seppur tardivo, e saldare il loro debito. «In caso contrario - conclude Dalvit - formalizzerò sicuramente la denuncia in modo tale che se questa famiglia dovesse ripresentarsi al mio ristorante potrò chiamare i militari dell’Arma prima che si siedano. Gli “scrocconi” solitamente vengono da altri Comuni, in questo caso sono pure compaesani. Oltre al danno anche la beffa».

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