Retta salata per un padre malato di Sla 

La denuncia della moglie Barbara Faustin. La coppia ha tre figli in età scolare: «Mi sento abbandonata dalle istituzioni»


di Massimiliano Bona


SALORNO/BOLZANO. Barbara Faustin è una giovane mamma e lavoratrice (nel settore privato), con tre figli a carico in età scolare (7, 11 e 13 anni) e un marito di 43 anni affetto da Sla, paralizzato da 4 dal collo in giù. «Per anni è rimasto a casa con noi – racconta Barbara – perché volevo che i nostri figli lo avessero accanto il più a lungo possibile. Poi la situazione è diventata ingestibile tra le mura domestiche e abbiamo optato per il ricovero in una struttura come Firmian dove può essere seguito 24 ore su 24».

Il marito di Barbara, Maurizio Micheletti, si è ammalato a 37 anni, quando l’ultimogenita – la piccola Angelica – aveva solo sei mesi. Poi è stato un calvario, vissuto però con grande dignità e quasi sempre con il sorriso sulle labbra. Ieri Barbara, che lavora alla Würth, si è lasciata andare ad uno sfogo su Facebook perché si è sentita sola, abbandonata dalle istituzioni, pur in una Provincia ricca come la nostra, in cui il bilancio della sanità è di 1,3 miliardi l’anno. Il problema è la retta da pagare per la struttura di lungodegenza: 1.580 euro al mese. Un’enormità, visto che il marito percepisce una pensione di 1.080 euro per l’inabilità al lavoro certificata dai medici. «Con il mio stipendio da impiegata - racconta Barbara - pago la rata del mutuo e poi mi resta davvero poco. La pensione di mio marito serviva per vivere». Barbara si è rivolta al Distretto sociale Bassa Atesina per avere un contributo alla retta e poco più di un mese fa sembravano esserci parecchie speranze di ottenerlo. Poi l’inatteso dietrofront. «Nel calcolo di prova fatto tempo fa - spiega l’addetta - non mi era stato riferito della pensione che il signor Micheletti incassa. Pertanto il calcolo è diverso». Ma Barbara non ci sta: «Il mio solo torto è quello di aver girato il Tfr di mio marito sul conto dei miei figli, ai quali do anche una piccola cifra fissa al mese. Se non cambia la legge dovremo vivere con i risparmi di una vita. Ma vi sembra possibile?». Assolutamente no e la speranza è che questo articolo riesca a smuovere le coscienze di chi finora ha chiuso la porta in faccia a Barbara.

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