Vadena, i rifugiati faranno attività  di volontariato 

Definito l’accordo con la Comunità comprensoriale Approvato il protocollo per la sicurezza sul lavoro 


di Sara Martinello


VADENA. L’inclusione dei migranti nel tessuto sociale passa anche dalle garanzie di sicurezza nell’ambiente di lavoro, pure se si tratta di volontariato. Durante la sua ultima seduta, la giunta comunale di Vadena ha approvato il protocollo d’intesa con cui la comunità comprensoriale Oltradige-Bassa Atesina si assume oneri in questa direzione.

La delibera è mirata a coinvolgere gli ospiti dello Sprar di Vadena fornendo loro un’assicurazione sul lavoro, per esempio in caso di infortunio. «Si tratta di una convenzione molto positiva tra Comune e comunità comprensoriale – commenta il sindaco di Vadena Alessandro Beati – che permette di integrare queste persone attraverso il volontariato». In che cosa consistano le attività proposte ai migranti è presto detto: «Controllo dei parchi giochi, attività di giardinaggio, piccole mansioni impiegatizie. Chiaramente tutto dipende dalle capacità e dalle inclinazioni della persona, compreso il suo livello di scolarità. Per conoscere la situazione e assegnare a ognuno la mansione più adatta svolgiamo un colloquio preliminare. Gli uomini fisicamente più prestanti possono essere impiegati in attività in officina o come magazzinieri, per esempio».

Il paese ha aderito tempestivamente al progetto Sprar, prima di altri comuni altoatesini. Dei 268 rifugiati affidati al comprensorio Oltradige-Bassa Atesina sulla base di un parametro di 3,5 posti ogni mille abitanti sono quattro quelli ospitati fin dai primi mesi del 2018 a Vadena, che conta 1051 abitanti. Inizialmente nel piccolo appartamento di due stanze, bagno e cucina messo a disposizione dal Comune – e per il quale è prevista una frequente rotazione degli occupanti – risiedevano due giovani donne con due bambini piccoli. Più tardi una delle due e il suo bambino si sono ricongiunti al marito, spostandosi altrove, e ora ci si prepara ad accogliere altre due persone. Quando queste potrebbero arrivare e di chi potrebbe trattarsi lo stabilirà la comunità comprensoriale, addetta insieme al Ministero dell’Interno alla gestione di spostamenti e avvicendamenti. «Ora bisognerà vedere che cosa l’attuale governo farà del progetto Sprar», conclude il sindaco.

Le due donne e i loro bambini si sono notate poco in paese, non hanno creato scalpore in questa comunità coesa e accogliente. E quella rimasta a Vadena, mentre segue un corso di lingua per integrarsi al meglio e darsi una nuova possibilità in un Paese diverso da quello da cui proviene, ha anche fatto richiesta di entrare nel coro del paese fondato a suo tempo proprio da Beati, aiutata dal fatto di essere di religione cattolica.













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Valeria Frangipane

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