Vog si schiera per Schuler Protestano i soci italiani 

Luca Rossi: «Amarezza e imbarazzo: la coop non dovrebbe fare politica» Un altro socio della Bassa: «Sono infastidito. Mi sono sentito tradito»


di Massimiliano Bona


TERLANO/SALORNO. «Grande amarezza e imbarazzo»: questo è il pensiero espresso ieri da numerosi soci italiani della Vog. La cooperativa, con i suoi 4968 frutticoltori, si è schierata apertamente con l’assessore provinciale della Volkspartei Arnold Schuler, spiegando - in una lettera aperta in vista del voto del 21 ottobre - quanto sia bravo e affidabile.

L’endorsement è firmato dall’Obmann Georg Kössler che in una paginetta spiega che la frutticoltura può continuare a recitare un ruolo di primo piano solamente grazie a figure come Schuler. «Lui stesso è un frutticoltore e nel corso degli ultimi anni ha dimostrato grande competenza. Si è adoperato per la riorganizzazione del centro sperimentale di Laimburg e ha fondato la piattaforma che si occupa della buona salute delle piante d’intesa con la Libera università di Bolzano e lo stesso centro sperimentale di Vadena. A livello europeo sono previsti cambiamenti importanti per il nostro settore. La riforma agraria a Bruxelles non risparmierà sicuramente la frutticoltura. In questo contesto è richiesto anche il contributo del nostro assessore provinciale all’agricoltura. Ci serve, nei prossimi anni, una figura in grado di rappresentare le nostre istanze con impegno ed entusiasmo. In consiglio provinciale e, preferibilmente, in giunta provinciale. Pertanto il nostro appello ai contadini è quello di sostenere e votare Arnold Schuler alle prossime elezioni provinciali».

E se qualcuno – ma sono in pochi – proprio non sapesse chi è Schuler la Vog, nella lettera spedita a casa dei soci, ha aggiunto una bella foto con il candidato della Volkspartei in posa sorridente.

Abbiamo chiesto a Luca Rossi, presidente provinciale della Coldiretti e a sua volta socio Vog, cosa ne pensi.

«Molti soci non la pensano proprio in questo modo. Anche per questo la Vog avrebbe dovuto mantenere la sua neutralità. Non parlo da presidente altoatesino di Coldiretti, ma da socio deluso. L’associazione che rappresento era e resterà, infatti, apartitica. Anche nel mondo tedesco so per certo che ci sono soci che non hanno gradito questo endorsement. Non c’è un solo partito in Alto Adige e tutti i contadini dovrebbero contare in egual misura».

Un clamoroso autogol, dunque, quello dell’Obmann, che sarà chiamato a giustificarsi nella prossima assemblea.

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