A22, ogni giorno 100 tir come quello di Bologna 

Sul tratto tra Bolzano ed Egna quattro mezzi con carico infiammabile ogni ora Il direttore Costa: «Sicurezza tema chiave, investiamo per aumentarla»



BOLZANO. Cento potenziali “bombe” tra le corsie dell’A22 ogni giorno. Per rendere un po’ meglio l’idea, 4 all’ora, una ogni 15 minuti. Non si tratta di ordigni veri e propri, ma dopo lo spaventoso incidente di Bologna la pericolosità dei tir che trasportano sostanze infiammabili è tornata a movimentare il dibattito sulla sicurezza delle autostrade. Quella che porta da Modena al Brennero è una delle più utilizzate dai mezzi pesanti, vista la sua posizione strategica lungo l’asse che conduce in Austria prima e in Germania poi. Nel complesso, su oltre 240mila tir sono 3.156 quelli con un carico pericoloso. Rappresentano l’1,31%, una quota risicata su quella totale, ma comunque significativa quando la mente corre alla nube di fumo nero che l’altro ieri ha oscurato il cielo dell’Emilia. Il direttore di A22 Carlo Costa snocciola dati ancora più specifici: «I numeri sono relativi al tratto Bolzano Sud – Egna e dei circa 3.000 tir “speciali” il 32,5% trasportava gasolio, il 27,4 benzina e il 6,7% aveva un carico di gpl, come il mezzo coinvolto nell’esplosione dell’altro ieri. Meno consistenti le percentuali di altri materiali considerati pericolosi, come il bitume e il biossido di carbonio: rappresentavano rispettivamente il 4,9 e il 2,1% dei passaggi totali. Per arrivare al quadro completo mancano quei tir che trasportavano sostanze meno diffuse, ma sempre incluse nell’elenco che prescrive la targhetta arancione sul retro». L’ingegnere sposta poi l’attenzione su un altro tema, quello delle autorizzazioni: «Gli autoarticolati che superano determinati parametri di larghezza, altezza, lunghezza e peso sono tenuti a richiederne una specifica per l’ingresso in autostrada. Questo non vale però per i veicoli con carichi potenzialmente pericolosi, che se rientrano nei limiti possono accedere liberamente». La raccolta dei dati sul transito di mezzi pesanti sul tratto Bolzano Sud – Egna non viene effettuata a titolo obbligatorio: non c’è nessuna legge che prescriva alle autostrade di monitorarne il numero, la decisione di farlo è stata presa in autonomia dai vertici A22. Altro punto sensibile è quello della sicurezza, anche se in casi come quello di Bologna, dove la causa appurata è l’errore umano, la prevenzione gioca un ruolo limitato rispetto ad altri tipi di incidente. «L’A22, con l’ausilio delle istituzioni europee, sta conducendo varie ricerche per incrementare la sicurezza. Quando le dinamiche assomigliano a quelle dell’altro ieri, ciò che concretamente può contribuire a salvare vite umane è l’installazione di sensori che frenino il veicolo quando avvertono che un ostacolo si avvicina. Serve concentrasi sul rapporto tra veicolo e veicolo, il cui miglioramento potrebbe permettere di scongiurare eventualità pericolose. Anche le barriere di sicurezza vanno potenziate. Un approccio globale al problema sperimentato sull’A22 è la fila “controllata” di mezzi pesanti sulla corsia più lenta: guidati da un veicolo pilota, sempre equidistanti grazie all’azione dei radar, procederebbero in maniera abbastanza simile a quella di un treno».













Altre notizie

Attualità