A22, Toninelli attacca Bolzano e Trento 

Il ministro: «Qualcuno pensa di sfruttare la Spa come una gallina dalla uova d’oro, ma non è più così»



BOLZANO. «Resistenze locali ingiustificate, la nuova convenzione persegue gli interessi dei territori». Lo afferma il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, in merito al rinnovo della concessione A22. «Abbiamo sbloccato la situazione, risolvendo i problemi, sciogliendo tutti i nodi giuridici e convincendo, dopo una trattativa difficile, la Ue della bontà dello schema di convenzione. Abbiamo dunque evitato che la gestione della autostrada A22 e i relativi profitti finissero ai privati, e siamo pronti a valorizzare i territori attraverso l’affidamento al settore pubblico locale», spiega il ministro. «Non è accettabile, però, che qualcuno ancora oggi non voglia apporre l’ultima firma e tagliare il traguardo solo perché, diciamocelo, ha l’obiettivo di tenersi il vecchio bottino, a scapito delle popolazioni e delle comunità interessate”, così Danilo Toninelli, in merito al dossier della A22. «Ci sono circa 120 milioni di euro di extraprofitti della vecchia Autobrennero Spa che dovrebbero tornare allo Stato perché realizzati negli anni in cui la concessione era già scaduta - rincara Toninelli - I soci non li vogliono restituire? Era immaginabile, visto che nel solo 2017 la gallina dalle uova d’oro ha fruttato 33 milioni di euro in dividendi. A questo punto abbiamo proposto loro, come Mit, di traslarli, di riportarli sulla nuova convenzione, in modo da riequilibrare il rapporto tra investimenti e tariffe, abbassando così i pedaggi per chi inquina meno e perseguendo politiche di mobilità sostenibile. Ma loro non ci sentono nemmeno da quest’orecchio».

«È evidente, a questo punto, che da una parte il governo e il mio ministero perseguono l’interesse pubblico: e lo dimostra il fatto che il Pef del nuovo schema di convenzione prevede in media circa 2,7 milioni di euro annui di dividendi contro, a titolo di esempio, i 33 milioni già citati. Una differenza enorme. Dall’altra parte, invece, qualche politico locale pensa di poter ancora sfruttare quella gallina dalle uova d’oro secondo logiche di potere meramente clientelari. Ma i tempi sono cambiati e bisogna stare attenti a tirare troppo la corda, perché la corda poi si spezza…», conclude il ministro.















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