Acciaierie, ritrovata la barretta radioattiva

Era all’interno del deposito rottami. L’Appa: «Sono escluse emissioni inquinanti» L’involucro che la conteneva «non presenta alcun tipo di danneggiamento»



BOLZANO. Dopo settimane di ricerche è stata ritrovata la barretta radioattiva smarrita alle Acciaierie di Bolzano.

Sospiro di sollievo per i tecnici dell'Agenzia provinciale per l'ambiente che rassicurano: «Sono escluse emissioni inquinanti».

La sorgente radioattiva - una barretta di 30 centimetri circa che vedete nella foto a lato - smarrita nelle scorse settimane - è stata ritrovata all'interno del deposito rottami delle Acciaierie di via Volta. «La cosa più importante - sottolinea il direttore dell'Appa, Flavio Ruffini - è che l'involucro che la conteneva non presenta alcun tipo di danneggiamento. Ciò significa che per tutto il tempo in cui è rimasta incustodita non si è verificata alcuna emissione di sostanze inquinanti».

Soddisfatto anche Luca Verdi - direttore del Laboratorio di chimica fisica dell’Appa: «Alla fine tutto è andato nei migliore dei modi. La barretta era finita incautamente all’interno del deposito dove ci sono i rottami pronti per la fusione e lì è stata ritrovata. L’azienda si è mossa bene. Certo la barretta non andava persa, ma una volta successo devo dire che le Acciaierie hanno fatto il massimo per ritrovarla ed i risultati alla fine sono arrivati».

L'episodio, come si ricorderà, risale agli inizi di settembre, quando fu denunciato lo smarrimento di un misuratore di livello utilizzato per monitorare i processi all'interno delle lingottiere.

La sostanza radioattiva contenuta all'interno del misuratore era il cobalto 60, una sostanza chimica presente in tracce nel terreno. L'isotopo cobalto 60 ha un tempo di dimezzamento di circa 5 anni e trova diverse applicazioni, dalla sterilizzazione degli alimenti per la conservazione, alle prove (non distruttive) sui materiali, alla terapia contro il cancro.

Immediatamente dopo l'accaduto, le Acciaierie di Bolzano, in collaborazione con l'Agenzia per la protezione civile e l'Agenzia per l'ambiente, hanno messo in campo una serie di interventi per mettere in sicurezza non solo i lavoratori dello stabilimento, ma anche la popolazione civile. Sono stati utilizzati tutti i più sofisticati mezzi a disposizione, tra cui un apposito portale dotato di due detector molto sensibili con collimatori per ottimizzare il rapporto segnale/rumore. Il direttore dell'Agenzia per l'ambiente, Flavio Ruffini, oltre a sottolineare la «soddisfazione per essere riusciti a ritrovare la sorgente radioattiva» ribadisce «l'importanza della positiva collaborazione instaurata fra le autorità e l'azienda, un fatto che deve preso come esempio da seguire per casi simili».













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