Accoltellata dal marito in strada

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paolo tagliente


Bolzano. Nel 2018, in Alto Adige, i femminicidi sono stati cinque. Ieri mattina, in via Claudia Augusta, solo un miracolo ha evitato che si consumasse il primo del 2019. La drammatica scena s’è consumata in via Claudia Augusta, all’angolo con via Filzi, poco dopo le 8, dove un quarantunenne di origine albanese ha aggredito e accoltellato più volte la moglie, 29 anni, anche lei albanese, da cui si sta separando. La ragazza, che da qualche tempo vive in una casa protetta, aveva accompagnato a scuole le due figlie più grandi e stava spingendo il passeggino con la più figlioletta più piccola, di nemmeno un anno. La donna non immaginava certo che, davanti al bar Principe, la stava attendendo il marito.

L’aggressione.

Il dramma s’è svolto in pochi secondi, davanti agli occhi di numerosi testimoni. L’uomo s’è scagliato con violenza contro la poveretta, che ha attraversato la strada, verso il bar Principe. Ma il marito l’ha seguita. Prima l’ha insultata, poi le ha sferrato un terribile pugno e, quindi, ha estratto il coltello, colpendola più volte come una furia. Sei, forse sette, fendenti. Uno al volto, che le ha causato una lunga e profonda ferita. Le altre al collo e all’addome. E probabilmente non si sarebbe fermato se due ragazze che, in quel momento stavano bevendo un caffè all’interno del bar Principe, non si fossero accorte di quanto stava accadendo e fossero uscite per portare aiuto alla giovane in balìa del bruto. Capito che stavano arrivando delle persone, l’uomo ha smesso di sferrare colpi e, gettato il coltello vicino a un tombino (forse sperava che l’arma vi cadesse dentro) e s’è allontanato di qualche metro.

L’intervento della gente.

A richiamare l’attenzione dei passanti sul dramma che si stava consumando sono state le urla delle due giovani donne corse fuori dal bar Principe che, nel frattempo, avevano chiesto aiuto al numero unico d’emergenza 112. Solo a quel punto, l’aggressore ha gettato il coltello e ha dovuto far fronte all’arrivo di alcuni uomini, preoccupandosi della sua incolumità. Fatta salva una donna, intervenuta per cercare di evitare quello che si preannunciava come un probabile linciaggio, nel giro di pochi secondo, il marito accoltellatore è stato circondato da una mezza dozzina di uomini. Tutt’altro che ben disposti nei suoi confronti. Il quarantunenne ha cercato di divincolarsi, sperando ancora in un’improbabile fuga, ha spintonato gli avversari e sferrato qualche pugno. Violenza che gli è stata prontamente restituita. Fino all’arrivo delle volanti della Questura, giunte sul posto con le pattuglie del radiomobile dei carabinieri e con alcune macchine della Polizia municipale. Sono stati gli agenti della polizia di Stato, sottraendolo a quello che rischiava di trasformarsi in un vero linciaggio e prendendolo in consegna per portarlo prima in questura e, poco dopo, trasferirlo al carcere di via Dante. Difeso dall’avvocato Nicola Nettis, l’uomo è accusato del reato di tentato omicidio.

I soccorsi alla ferita.

Sanguinante e sotto choc, la ventinovenne viene subito soccorsa e assistita, nell’attesa che sul posto arrivi l’ambulanza. È cosciente, scambia qualche parola con le giovani che qualche istante prima erano corse in suo aiuto e a cui, probabilmente, deve la vita. Un fendente le ha devastato una guancia, ha una ferita al collo, una al braccio e altre all’addome. Fatica a respirare. I sanitari la soccorrono immediatamente, ne stabilizzano le condizioni, parse subito gravi, e la trasportano d’urgenza all’ospedale San Maurizio, dove viene subito sottoposta a un lungo intervento chirurgo. Nella tarda mattinata, le notizie che arrivano dal nosocomio del capoluogo sono confortanti: le condizioni della mamma ventinovenne rimangono serie, ma la donna non è più in pericolo di vita. Le ferite, almeno quelle del corpo, guariranno. Ma i segni della violenza rimarranno. Sul suo viso, deturpato dall’atroce determinazione di chi ha cercato di cancellarne l’identità prima ancora della bellezza, e nel suo animo. E le ferite inferte al suo animo quella che, forse, non si rimargineranno mai completamente.

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