Addio a “Gianni” Pederzini la «sentinella» di Brennero 

È morto domenica a 69 anni all’ospedale di Vipiteno: lascia moglie e due figli Il sindaco: «Aiutava anziani e immigrati». Urzì: «Aveva il tricolore nel cuore» 


di Massimiliano Bona


BRENNERO. Se ne è andato in punta di piedi, lasciando quasi increduli i (tanti) amici che aveva in Alto Adige e in Trentino. Giovanni Pederzini, 69 anni, si è spento domenica mattina all’ospedale di Vipiteno e per tutti era la «sentinella» del Brennero, la voce dal confine, in un periodo storico in cui l’Austria minaccia controlli serrati e panzer a settimane alterne. Pederzini, ex ferroviere, era un «brennerino doc» (il padre era di origine trentina), come ama ricordare il sindaco Franz Kompatscher, e dopo aver iniziato la sua attività politica con An era entrato in giunta grazie ad una lista civica. «Ciò che mi ha sempre stupito di lui - prosegue il primo cittadino - è stato l’impegno instancabile al servizio degli altri. Andava a prendere i medicinali per gli anziani ma nonostante le sue simpatie di destra era il primo ad aiutare anche gli immigrati. Nella sua vita non ha mai fatto distinzioni tra italiani, tedeschi e stranieri o tra religioni e c’era davvero per tutti. Lascerà un vuoto davvero incolmabile nel nostro Comune». Pederzini ha iniziato a lavorare come commesso, poi è passato alle spedizioni e infine è entrato in ferrovia, dove è rimasto fino alla pensione. La sua passione per la politica è sempre stata forte, quasi viscerale. È stato consigliere comunale a Brennero dal 1995 al 2000, poi è stato rieletto nel 2005 e dal 2015 - grazie al sindaco Kompatscher - ha coronato il suo sogno diventando assessore alla cultura italiana, delegato per gli anziani e per la frazione di Brennero ma anche membro della commissione edilizia. «Ha partecipato fino all’ultimo alle sedute di giunta: sono stato io a chiedergli di fermarsi un po’ per curarasi». I primi segni della malattia - di cui lui stesso parlava con gli amici - risalgono al 2003. «Poi si era ripreso bene. Era ricaduto nel 2012 ma ha sempre lottato con grinta».

Commosso anche il ricordo del consigliere provinciale Alessandro Urzì: «Come parlare di Brennero senza parlare di Pederzini? Sono sconvolto e addolorato. Mi avevi raccontato dei nuovi cittadini che ormai popolano quella terra a te tanto cara, e ne hai parlato con affetto come si parla di persone che condividono con te un percorso difficile. Avevi nostalgia per quello che era stato ma avevi anche lo spirito giusto per disegnare e non subire il futuro». Per entrare in giunta era passato ad una lista civica ma lo aveva fatto senza rinunciare al tricolore che aveva nel cuore. «Il simbolo della nostra lista civica - spiegava a tutti Pederzini - sono tre punte, una verde, una bianca ed una rossa. Ci si può vedere tre abeti. I nostri abeti. Ma ci si può vedere anche la nostra fiamma tricolore. E così va bene a tutti». Il Tricolore lo aveva davvero nel cuore. Lascia la moglie, un figlio (che gestisce la pizzeria a Brennero) e una figlia. Ciao Giovanni, senza di te abbiamo perso davvero un amico e una «vedetta» al confine.

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