Addio a Philipp, l’alpinista solitario 

In centinaia per rendere omaggio ad Angelo, la guida alpina precipitata dallo sperone Walker sul Monte Bianco



BOLZANO. Una passione sconfinata per la montagna, quella di Philipp Angelo, diventata a un certo punto professione, quasi una professione di fede. Fede che però non è stata sufficiente a risparmiargli una fine immeritata, a soli 36 anni. Si sono tenuti ieri, in una parrocchiale di Gries gremita come non mai, i funerali della guida alpina bolzanina Philipp Angelo, precipitato durante una solitaria dallo Sperone Walker alle Grandes Jorasses, sul Monte Bianco. Ad accogliere parenti, amici, conoscenti e compagni di avventure in quota, una montagna di cordini da arrampicata, su un tavolo accanto ai luttini. A ricordare la figura del forte alpinista bolzanino, il parroco di Gries Robert Gamper, che ha officiato assieme a don Jimmy Baldo e ad altri due sacerdoti. «Terzo dei tre figli della famiglia Angelo, Philipp era nato a Bolzano. Da noi a Gries aveva trascorso la sua spensierata fanciullezza, frequentato le scuole e per anni si era impegnato come chierichetto per la nostra parrocchia. Le superiori al linguistico, poi l’università di lingue a Innsbruck. La passione per l’arrampicata e l’amore per la montagna lo avevano catturato fin da subito, facendo passare tutto il resto in secondo piano. Da passione del tempo libero, si era trasformata in professione, in impegno per la vita: guida alpina, capocordata, guida scialpinistica. Era molto stimato per la sua precisione e competenza nel preparare le uscite, per il suo elevato senso di responsabilità, per l’attenzione nell’accompagnare i clienti e gli amici che a lui si affidavano». Delle sue imprese parlava poco. «Non voleva diventare famoso, niente grandi sponsor, niente pubblicità. Tutto ciò che guadagnava lo investiva nelle sue avventure, rincorse con sempre maggiore passione».(da.pa)













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