Aeroporto, cresce il fronte del no al potenziamento

Bolzano. Un no deciso sui piani aeroportuali della Provincia per lo scalo di San Giacomo è arrivato ieri da Alpenverein, Federazione protezionisti, Heimatpflege, Gruppo ambientalista di Appiano e...



Bolzano. Un no deciso sui piani aeroportuali della Provincia per lo scalo di San Giacomo è arrivato ieri da Alpenverein, Federazione protezionisti, Heimatpflege, Gruppo ambientalista di Appiano e residenti nella zona dell’aeroporto. E ricordano anche che la società Abd ha in bilancio 32 milioni di beni materiali.

Un po’ sulla falsariga di quanto hanno proposto di recente i Verdi in consiglio provinciale con un apposito disegno di legge. «Molti colleghi della Svp e tutta l’opposizione hanno condiviso punti fondamentali: che il referendum del 2016 ha bocciato non solo il finanziamento pubblico, ma anche lo sviluppo dell’aeroporto, con l’allungamento della pista, e che bisogna impedire che tale sviluppo venga ora fatto dai privati. Che occorre quindi una legge con cui la Provincia regoli esattamente che cosa può o non può fare il futuro gestore e che la possibilità di passare l’aeroporto alla Provincia va attuata con decisione», così i Verdi.

Ed in effetti, anche dentro la Svp, oltre a Oltradige e Bassa Atesina anche l’ala sociale e buona parte degli agricoltori non vedono di buon occhio un potenziamento dello scalo da parte dei privati che si accingono a subentrare nella gestione dell’aeroporto.

Ieri sull’argomento è intervenuta anche Renate Holzeisen, candidata alle europee per il Team K nella lista +Europa. Per quest’ultima «la giunta provinciale cede a dei privati praticamente gratis le infrastrutture aeroportuali finanziate dalle casse pubbliche».

Holzeisen si chiede come mai? «A ben vedere, occorre rendersi conto che una "valutazione" commissionata dalla Provincia sulla sua partecipazione al 100% nella Abd Airport Spa si rivela in realtà essere una clamorosa operazione di "svalutazione". Si finge che la concessione di gestione dell'aeroporto scada automaticamente al momento del trasferimento delle quote. Solo allora sarebbe possibile abbassare gli attivi al netto degli ammortamenti e considerando lo stato della concessione che da bilancio di fine anno al 31 dicembre 2017 risultano ancora iscritti per il valore pari a 32 milioni di euro potrebbero così venire trasformati in valore quasi zero», chiude la candidata del Team K.













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