Al Museion un labirinto di quadri: in mostra 1300 opere della collezione
Bolzano: apre al pubblico «-2 +3». La si potrà visitare cinque volte con un solo biglietto
BOLZANO. Come uno spettacolo teatrale, con due artisti come registi. La nuova mostra allestita al Museion, «-2 +3» - oggi alle 19 l'inaugurazione; resterà aperta poi fino al 16 ottobre 2011 -, mette in scena gran parte della sua collezione: circa 1300 opere tra le quasi 5000 archiviate in magazzino e quindi di solito non esposte al pubblico. «-2 +3» indica proprio l'emersione dal sottosuolo, il passaggio di queste opere dal secondo piano interrato, sede del magazzino, al terzo sopra terra, sede della mostra (al secondo piano c'è una scelta di sculture, sempre dall'archivio: una sorta di introduzione all'esposizione).
Scelta minimalista, si potrebbe pensare, quella di esporre quadri e sculture già presenti in casa (anche se «nascoste). L'arte all'epoca dei tagli di bilancio? Forse no, o non solo. Intanto questa esposizione non sarà esclusiva: occuperà per un anno il secondo e terzo piano del museo ma al piano terra e al quarto piano - a sandwich, come è stato detto - ci saranno le mostre temporanee. Al momento prosegue quella di Isa Genzken, poi sarà la volta di Valie Export, e poi ancora di Teresa Margolles, solo per fare qualche esempio.
Soprattutto, però, «-2 +3» è qualcosa di molto diverso dalla semplice esposizione di pezzi di repertorio. In effetti è una mostra di due artisti - Stefano Arienti e Massimo Bartolini; e infatti formalmente la cura è della direttrice Letizia Ragaglia - che per oltre un anno hanno selezionato i lavori dell'archivio Museion da esporre. E alla fine hanno compiuto una decisione che certo farà discutere, ma che non si può definire neutra: la ri-creazione al terzo piano delle stesse griglie sulle quali sono appesi i quadri nel magazzino. Non tutte, ovviamente: un'ampia selezione «compiuta non con intenti curatoriali o semplicemente storici, ma con l'intenzione di riproporre il senso di stupore che abbiamo provato noi quando per la prima volta abbiamo scoperto di quante opere, anche del tutto inaspettate, dispone Museion».
L'effetto sorpresa di cui parlano Arienti e Bartolini nasce da alcuni elementi. Il primo: nel magazzino del Museion le opere vengono di solito archiviate secondo l'ordine cronologico di acquisizione, e «appese» sulle griglie anche secondo esigenze di spazio (per tacere di spostamenti dovuti a prestiti, restauri ecc). Quindi sopra una stessa griglia si trovano autori, epoche, stili, linguaggi, formati completamente diversi. «I motivi per cui un'opera si trova accanto a un'altra - hanno spiegato ieri i due artisti - racconta anche la sua storia nel Museion». Questa varietà spesso sconcertante viene riprodotta letteralmente nelle griglie esposte ora al pubblico: che sono state fotografate in magazzino, smontate, trasportate al terzo piano e rimontate esattamente com'erano.
Il secondo elemento che contribuisce all'«effetto sorpresa» è la disposizione stessa delle griglie negli spazi del terzo piano. Arienti e Bartolini hanno infatti ricreato una sorta di labirinto, che ripete nelle tre dimensioni la caoticità apparente della disposizione dei quadri sulle griglie stesse. Il visitatore si aggira così per corridoi tappezzati di opere eterogenee, lavori di artisti lontani anni luce tra loro (o anche incredibilmente vicini), quadri accanto a fotografie accanto a opere grafiche, Arte Povera vicino a Carl Moser vicino a Duchamp vicino a Fellin. Le griglie si trasformano in scene teatrali disposte dagli artisti-curatori-registi. «Girare un angolo di questa mostra - dice Bertolini - è come girare pagina in un libro». Proprio Bartolini, per altro, nella sua attività artistica si è spesso occupato dei rapporti tra spazio espositivo e coinvolgimento dei visitatori. E Arienti si è confrontato più volte col concetto di autore e ha lavorato su collezioni di altre istituzioni. «Per noi sono stati la coppia perfetta», dice Ragaglia. Di entrambi per altro la mostra espone un'opera: un'installazione di video di Bartolini e fotocopie di riproduzioni delle opere, che i visitatori potranno portare via, di Arienti.
Di fronte a 1300 quadri, va detto, l'effetto valanga è sempre in agguato. Per questo il Museion ha pensato a un'iniziativa particolare: ogni spettatore potrà, con un solo biglietto, visitare la mostra cinque volte nel corso dell'anno. E col biglietto riceverà anche una (indispensabile) brochure che suggerisce alcuni percorsi tematici tra le griglie - ma chi vuole, ovviamente, può tranquillamente scegliersi la propria strada di esplorazione - e soprattutto riporta lo schema di ogni griglia con titolo, autore e data delle opere esposte. Un modo, quello degli ingressi multipli, per affrontare con più calma la visita, individuare le opere preferite, scoprirne di nuove.
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