SANITA'

Al Pronto soccorso di Bolzano anziani in coda per ore

La denuncia di Andrea Felis: «Ho accompagnato mio padre, 89 anni, alle 19.30, l’hanno ricoverato dopo mezzanotte»



BOLZANO. «Se si ha la sfortuna di avere bisogno dei servigi, da vecchi residenti, del Pronto soccorso dell’ospedale San Maurizio, si rimane basiti».

Inizia così la lettera di Andrea Felis, ispettore per le scuole secondarie dell’Intendenza scolastica italiana, che, sabato intorno alle 19.30, ha accompagnato il padre al pronto soccorso: il suo è il racconto di un’attesa infinita, in particolare per un uomo di 89 anni, che si è conclusa dopo mezzanotte con il ricovero. A dimostrazione del fatto che il problema era serio.

«Babbo di 89 anni - racconta Felis - dolore al ventre pesante e di lunga durata. 18 agosto, caldo intenso: dopo una probabile cattiva digestione e un giorno di vomito e dissenteria (tenuto nascosto a noi familiari), la disidratazione è evidente. Chiamata alla croce bianca, ottimo intervento, rapido e puntuale. Consigliano subito trasporto in ospedale. Sala semipiena, caldo e ressa, i pazienti molto pazienti: prima visita di accoglienza, prima diagnosi ( seconda, dopo quella dell’infermiere dell’ambulanza), codice giallo. Semiurgenza (89 anni, disidratato, dolori sospetti al ventre): dopo 3 ore siamo sempre in attesa, con un iter che se ci andrà bene sarà di altre 3 ore. Sbotto, civilmente ma sbotto: chiedo alla giovane infermiera se ritiene sul serio che un 90enne possa attendere così tanto, ed esprimo riserve sul protocollo medico, incomprensibile e forse scritto dai fratelli Marx. Agitata l’infermiera riprende il babbo in astanteria, gli riprova la febbre e la pressione, e mi dice serafica che "i parametri vitali sono inalterati". Credo di essere in un film, e chiedo se attendono che si spengano per decidere protocolli diversi. Sono ancora in attesa, vedo affondare la sanità altoatesina, e cerco di assistere mio papà».

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Quella di Andrea Felis è l’ennesima protesta che pubblichiamo e si aggiunge a tante altre telefonate, lettere e mail che denunciano le attese infinite al Pronto soccorso; le attese altrettante insopportabili al centralino per prenotare una visita e quando finalmente si riesce a prenotare, l’appuntamento - a meno che non sia urgente - si ottiene dopo mesi. È il quadro, purtroppo desolante, della sanità altoatesina. Un pozzo senza fondo nel quale la Provincia investe un miliardo e 300 milioni euro l’anno.













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Valeria Frangipane

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