Alto Adige, fertilità record ma non a Bolzano città 

I dati Astat 2017: un bimbo su due nasce fuori dal matrimonio, diminuiscono le famiglie numerose. Sempre più persone vivono sole. Registrate 68 “nozze gay”



BOLZANO. L’Istituto provinciale di statistica Astat ha pubblicato online i dati demografici più significativi, riassumendo i fenomeni che incidono sulla crescita e sulla composizione della popolazione altoatesina. Il numero di abitanti in Alto Adige continua a crescere, passando dai 504.643 abitanti del 2011 ai 527.750 del 31.12.2017. Il bilancio migratorio assume valori positivi dai primi anni ’90. Con 11,5 nati vivi per 1.000 abitanti la comunità comprensoriale Valle Isarco registra l’andamento delle nascite più alto. Si nota anche una crescita della quota dei figli nati fuori dal matrimonio, valore per il quale l’Alto Adige si posiziona al vertice della classifica italiana. Tale valore è aumentato di 8 volte negli ultimi 50 anni, passando dal 5,4% del 1967 al 45,4% del 2007. I tassi di natalità e di mortalità rimangono pressoché invariati, con i primi più bassi e i secondo più alti a Bolzano rispetto al resto della provincia a causa dell’invecchiamento della popolazione cittadina. Anche il tasso di fertilità totale (1,72 figli per donna in età fertile) è il più alto di tutto il territorio nazionale, e anche per quanto riguarda la longevità l’Alto Adige si pone al di sopra della media nazionale, con una speranza di vita di 81,1 anni per gli uomini e di 85,6 anni per le donne. Cresce anche l’età media della popolazione, che attestandosi a 42,6 anni fa registrare un incremento di 4 anni rispetto a due decenni fa. Negli anni 2016 e 2017 sono state registrate in provincia 249 convivenze di fatto e 68 unioni civili tra persone dello stesso sesso. Diminuisce invece il numero medio di componenti per nucleo familiare, passato dai 3,6 del 1971 ai 2,4 del 2011. Sempre più le persone che vivono sole e aumentano le famiglie monogenitore.

NATALITÀ. Come detto, il trend di crescita non è omogeneo: mentre l’aumento della popolazione in quasi tutte le comunità comprensoriali è determinato sia dalla crescita naturale sia dal saldo migratorio, il capoluogo registra un saldo naturale negativo. A Bolzano si osservano da anni tassi di natalità più bassi e tassi di mortalità più elevati di tutta la provincia; ciò è riconducibile principalmente al progressivo invecchiamento della popolazione cittadina, nemmeno bilanciato dalla fecondità dei giovani immigrati. Il Salto-Sciliar registra il saldo migratorio più basso, vale a dire che nell’anno di riferimento vi sono immigrate poco più persone di quelle che sono emigrate. Con 11,5 nati vivi per 1.000 abitanti, la comunità comprensoriale Alta Valle Isarco registra l’andamento delle nascite più alto. Anche i tassi di natalità delle altre comunità, ad eccezione di Bolzano, risultano superiori alla media provinciale di 10,2‰. Il tasso di fecondità totale (TFT) che indica il numero medio di figli per donna in età fertile, ha recuperato un po’ negli ultimi dieci anni e, nel 2017, si attesta su 1,72 figli.

MATRIMONI E DIVORZI. La costituzione di una famiglia, la nuzialità e i comportamenti riguardanti le separazioni e i divorzi hanno coinciso in modo determinante sulle trasformazioni della società. L’andamento dei tassi di nuzialità indica una propensione alle nozze in continua diminuzione: mentre negli anni ’60 da sette a otto coppie ogni 1.000 abitanti decidevano di sposarsi, il tasso risulta ora quasi dimezzato. Per dare riconoscimento alle nuove forme di vita in comune che si sono sviluppate, l’Italia ha emanato uno specifico provvedimento: negli anni 2016-2017 sono stati registrati negli uffici di stato civile della provincia 249 convivenze di fatto e 68 unioni civili tra persone dello stesso sesso. Allo stesso tempo, sempre più matrimoni falliscono: negli ultimi decenni, il tasso di divorzio è aumentato continuamente. Sette unioni su dieci si risolvono per la morte di uno dei due partner. Si osserva, infine, un trend verso la costante contrazione delle dimensioni delle strutture familiari. Conseguentemente alla mutata propensione alla nuzialità, al numero cresciuto di separazioni e divorzi, così come ai differenti tassi di mortalità per genere, aumenta il numero di persone che vivono sole e le famiglie monogenitore. Le famiglie numerose invece stanno lentamente scomparendo. L’ampiezza media familiare, che si è fortemente contratta negli ultimi decenni, è passata dai 3,6 componenti nel 1971 ai 2,4 di oggi.













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