Assolta l’infermiera che dormiva in turno: il reato non sussiste

Brunico, l’accusa per lei era di abbandono d’incapace Il procedimento avviato dall’Asl che l’aveva denunciata


di Aldo De Pellegrin


BRUNICO. Nei primi giorni di giugno del 2010, l'oggi 37enne D.G., infermiera professionale dipendente dell'ospedale di Brunico, nel corso di un servizio notturno, verosimilmente vittima di un colpo di sonno che durò piuttosto a lungo, non compì il suo dovere, ignorando l'assistenza ad alcuni pazienti che vennero trovati in stato di bisogno e assistiti solo al momento del cambio del turno dal nuovo personale subentrato. Questa quantomeno era la versione accusatoria dell'allora Asl est, oggi Comprensorio sanitario di Brunico che, informata dell'accaduto dal personale del turno mattutino, sospese immediatamente a titolo precauzionale la donna dal lavoro, denunciandola contemporaneamente alla Procura della Repubblica di Bolzano con l'ipotesi di accusa di abbandono di incapace, configurata dall'articolo 591 del Codice penale che prevede pene da sei mesi a 5 anni. A sua volta, la Procura, anche in forza delle indagini svolte e delle testimonianze raccolte dai carabinieri di Brunico, chiese e ottenne il rinvio a giudizio della donna, che si trovò così a rispondere dei fatti che le erano stati addebitati riguardo a cinque pazienti anziani del reparto dove prestava servizio, due dei quali, che quella notte tentarono sopperire da soli alla mancanza d'assistenza, furono trovati sporchi e sanguinanti per delle leggere ferite che si erano procurati.

Il processo, che iniziò nel 2011 davanti al giudice monocratico Albert Frötscher e che proseguì dopo il suo pensionamento affidato al successore, il giudice Oswald Leitner, nel corso di oltre una decina di udienze vide sfilare sul banco dei testimoni praticamente tutto o quasi il personale del reparto, medici compresi, è durato nel suo complesso circa tre anni e si è concluso l’altroieri, nella sezione staccata di Brunico del Tribunale di Boizano dove, del resto, era stato avviato. Il giudice Leitner, che dal momento in cui è subentrato nel processo ha dovuto ristudiare dall'inizio l'intero procedimento, ritenendo necessaria anche una nuova audizione di alcuni testi ha infine pronunciato la sentenza di piena assoluzione nei confronti dell’infermiera D.G., dichiarando che il reato di abbandono di incapace attribuitole nei confronti di cinque pazienti, in una circostanza non sussiste e nelle restanti quattro non costituiva reato. Il giudice, che ha prevedibilmente sposato la tesi dell'assenza del dolo come elemento fondamentale, sostenuta dall'avvocato della difesa Carlo Bertacchi e condivisa almeno in parte dal Pm Axel Bisignano, dopo la lettura del dispositivo, si è riservato il termine di 75 giorni per il deposito delle motivazioni che hanno generato in lui la convizione di innocenza dell'imputata.

A carico della donna resta ancora, almeno fino al momento della sentenza, anche la disposizione di sospensione precauzionale dal servizio in attesa del giudizio, ma in questo senso ieri non è stato possibile, nonostante i tentativi esperiti, rintracciare il direttore generale del Comprensorio sanitario pusterese, il dottor Walter Amhof che all'epoca dei fatti prese la decisione della denuncia, per una presa di posizione ufficiale sia sulla sentenza che nei confronti della dipendente sospesa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità