Auto a metano orfane del distributore

Quello di Sinigo è misteriosamente chiuso da tempo ed è l’unico in zona a garantire il pieno di gas



MERANO. "Chiuso": nulla di più, né fino a quando, né per quale motivo. Solo una laconica targhetta con la polvere di un mese ad avvisare la clientela del distributore Repsol, punto di riferimento per i possessori di auto a metano o gpl a Sinigo. Per rendersene conto, però, bisogna accostare il proprio veicolo alle pompe, perché dalla strada le insegne luminose coi prezzi dei vari carburanti traggono in inganno. E se non fosse l'unico della zona a garantire il servizio, fra i possessori di vetture ecosostenibili nessuno si sarebbe lamentato.

«I prezzi accesi inducono in errore, sia i residenti, sia i turisti in cerca di un impianto muticarburante», si lamenta Michele De Luca, possessore di un’auto a metano. «Sulla targhetta c'è solo una scritta, non vengono indicate date o motivazioni e, al momento, per fare rifornimento in un distributore simile, bisogna prendere la Mebo e guidare fino a Lagundo».

In una zona che si batte per l'ecosostenibilità e il rispetto dell'ambiente, fare un pieno di metano non dovrebbe poi essere così complicato. Aperto dal 2005, il distributore era noto alla gente del posto per la particolarità del servizio offerto, almeno fino al mese scorso. Ora, invece, è noto soprattutto ai turisti, che attirati dalle insegne si accostano alle pompe per poi ripartire contrariati: «Nei cinque minuti che ho trascorso per scattare delle foto e documentare il problema, sono entrate almeno una dozzina di autovetture – aggiunge De Luca –, di certo il non aver sbarrato l'ingresso dalla strada induce in errore. Ho provveduto ad avvisare via mail Repsol Italia per sapere dell'eventuale riapertura ormai tre settimane fa, ma finora non ho ottenuto riscontro». Si punta all'ecosostenibilità della circolazione, insomma, ma privando le realtà sostenitrici dei mezzi con cui difenderla.













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