Badante fa causa e chiede 88 mila euro per gli straordinari

Trascina famiglia bolzanina in tribunale per farsi pagare 12 mila ore mai incassate dal 2001 al 2008 Gli accusati: «L’abbiamo trattata come una figlia»



BOLZANO. Badante ucraina di 58 anni da una parte, famiglia bolzanina dall’altra. Al centro della questione, come spesso capita in questi casi, il denaro. Lei alla chiusura del contratto - durato circa otto anni - chiede 88 mila euro per 12 mila ore di straordinario a detta sua mai incassate dalla famiglia presso la quale lavorava e la trascina in tribunale. Andrea Grata, presidente di Confcooperative e Lorena Gavillucci, presidente della cooperativa socio-assistenziale Agape, invitano a fare attenzione: «In mezzo a tante badanti serie purtroppo ci sono anche situazioni di delinquenza ed il fenomeno sta emergendo con una certa forza. Lo stesso discorso vale però per le famiglie. Ce ne sono di serie ma c’è anche chi vuol avere il massimo col minimo. E poi troppo spesso le persone non sanno che il contratto di lavoro da solo non basta ma serve un accordo scritto per il pagamento dei notturni e degli straordinari. Solo così facendo si mettono al riparo da possibili contestazioni».

Intanto la signora che oggi si vede trascinata in tribunale racconta la sua storia.

«Mia mamma è morta nel 2008 a 94 anni di età. Nel 2001 ho deciso di affiancarle una badante. Mia madre era autosufficiente e in gamba ma non era più possibile, per ovvi motivi, lasciarla da sola. E oggi dopo un rapporto durato anni, che mi sembrava di reciproca stima e rispetto, sta succedendo questo. La richiesta di denaro è scattata nel 2010. E in questi giorni sono stata convocata in tribunale dal giudice. Voglio raccontare quel che mi è successo ad altre famiglie perchè è meglio sapere cosa può accadere».

Cosa le contesta la badante? «Di aver lavorato 24 ore al giorno e adesso vuole che le siano pagate 12 mila euro di ore straordinarie a detta sua mai avute insieme ad altri 15 mila euro per un danno biologico dovuto ad un ernia iatale che a detta sua si sarebbe provocata lavorando per noi. Cado dalle nuvole... E’ sempre stata carina e gentile e noi l’abbiamo trattata di conseguenza. Era venuta in Italia senza documenti, eravamo andate insieme in Prefettura dove, grazie al lavoro, era stata regolarizzata subito. E’ stata trattata come una di famiglia, due volte alla settimana pranzava a casa mia e da mio fratello e questo è il risultato». Quanto veniva pagata? «In base al contratto, stilato in Prefettura, 1.150 euro al mese. A parte le davamo tredicesima, ferie e Tfr ecc. Non ci aspettavamo certo un trattamento del genere». Andrea Grata è molto chiaro: «Il mondo delle badanti è vasto. Tra tanta generosità, abnegazione, cultura del lavoro, pietas ed amore esistono anche situazioni di delinquenza che stanno emergendo con forza. La Provincia con l’assegno di non autosufficienza ha fatto tantissimo ma resta irrisolto il problema giuridico. Oggi servono presidi ad hoc e tutele assicurative per mettere al riparo le famiglie da eventuali trappole. Ed una di questa è l’orario di lavoro». Lorena Gavillucci ricorda che il contratto è di 54 ore settimanali dal lunedì al sabato più tre ore libere tutti i pomeriggi e la domenica libera. Tutto il resto è lavoro notturno e straordinario che va regolato a parte. Consiglio alle parti di sottoscrivere un accordo scritto per non trovarsi a fronteggiare problemi. Altra cosa.. penso all’ernia lamentata. Andrebbero inseriti in casa quegli ausilii, se e quando necessari, che agevolano il lavoro in assistenza e di solito danno più comfort al lavoratore ed alla persona assistita. Penso al letto ospedaliero oppure a strumenti più semplici per la doccia o il sollevatore per il letto ecc, ausilii che quasi sempre vengono dati in comodato dalle Asl con una semplice impegnativa del medico».

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