Bidoni privati del verde, il no degli amministratori 

Si rifiutano di controfirmare le richieste a Seab dei singoli condòmini Il presidente Anaci Lombardozzi: «Stufi di non venire mai coinvolti dal Comune»


di Davide Pasquali


BOLZANO. «Solo dimostrando la nostra compattezza riusciremo ad ottenere il risultato che vogliamo raggiungere, che non è tanto l'evitare di doversi interessare, oltre che dei cassonetti condominiali, anche della gestione dei bidoni del verde richiesti dai privati, quanto invece mandare un messaggio forte, chiaro ed inequivocabile alla pubblica amministrazione e alla Seab, che devono consultarci e coinvolgerci preventivamente. SEMPRE».

È il testo di una email spedita ieri mattina da Marco Lombardozzi, presidente bolzanino dell’Anaci, a tutti gli amministratori condominiali cittadini. «Un primo risultato tangibile è che nella prossima riunione di maggioranza del Comune di Bolzano, prevista presso la sala di giunta il giorno 8 ottobre alle 17, l'argomento verrà trattato e questo grazie all'interessamento di un consigliere che ha letto una nostra presa di posizione, mi ha chiamato e con il quale mi sono confrontato».

Spiega la faccenda in dettaglio lo stesso Lombardozzi. «Premetto che non abbiamo nessuna difficoltà a gestire i nuovi bidoni condominiali del rifiuto verde. Se il condominio si serve di giardinieri, lo smaltimento è compito loro. Altrimenti, c’è il cassonetto condominiale grande, da 1100 litri. Il fatto è che tanti condòmini ne stanno chiedendo pure uno privato. C’è chi ha il terrazzo con grandi vasconi per le piante, c’è chi ha il giardino privato al pianterreno. Per noi andava tutto benissimo, salvo che, dalla settimana scorsa, alla Seab hanno deciso questo: la domanda del privato deve essere controfirmata dall’amministratore condominiale, altrimenti niente bidone. Una follia. Abbiamo deciso di puntare i piedi nei confronti di Seab e Comune. Noi non gestiamo proprio un bel niente. Secondo il Codice civile l’amministratore si occupa delle parti comuni, non delle questioni private. Chi vuole il bidone privato se lo metterà in garage». Non è nemmeno tanto il caso specifico ad aver fatto infuriare l’Anaci, «il fatto è che qualsiasi decisione viene presa sulla nostra testa. Non viene convocato il tavolo tecnico, non ci si accorda con noi, nessuno ci invita, ci incontra, nessuno chiede a noi, che conosciamo la situazione, come si possa fare. Va bene se a imporci qualcosa è una legge o un’ordinanza sindacale, ma che Seab pretenda da noi questo aggravio di lavoro non esiste. Poi ci sono i problemi di responsabilità. Se il privato rompe il bidone, verrà chiamato in causa l’amministratore? Ma scherziamo?» Lombardozzi spiega di come problemi, dopo l’avvio del nuovo sistema di raccolta nel 2014, ce ne siano stati diversi, «ma con la scorsa giunta si era riusciti a stabilire un canale di comunicazione e collaborazione, oggi non è più così. Il canale dovrebbe esistere al di là di chi siede in municipio. Vogliono togliere i bidoni del verde dalla strada perché pochi incivili li riempiono di tutt’altro, a detrimento del resto dei cittadini corretti? Bene, daremo una mano, ma noi gestiremo solo i cassonetti condominiali».













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