Bilinguismo, deroga di 5 anni per i medici senza patentino 

Consiglio provinciale. Passata la norma che estende il periodo di tempo per passare l’esame rispetto agli attuali 3 anni Ieri l’aula ha approvato l’intera legge omnibus, dopo il caso-Müller la giunta intende cambiare la legislazione in materia


Maurizio Dallago


Bolzano. Cinque anni. È il tempo concesso ai medici che operano presso le strutture dell’Asl a tempo determinato e non in possesso del patentino per arrivare all’agognato titolo di bilinguismo. Con l’approvazione, ieri, della legge omnibus in consiglio provinciale, si passa quindi dagli attuali 3 anni a 5. «Ed in più ci daremo dentro con i corsi linguistici, anche all’interno dell’Asl proprio per venire incontro alle esigenze di chi non conosce la seconda lingua», afferma l’assessore provinciale alla sanità, Thomas Widmann.

La carenza di personale medico si fa sentire da tempo in Alto Adige, ma non solo. E così negli anni si è ricorsi ad assunzioni provvisorie di medici anche senza l’attestato di bilinguismo. Ma per diventare di ruolo a tempo indeterminato, serve il patentino A. La fotografia scattata il 13 agosto scorso mostra che in tutta la provincia di Bolzano lavorano 1.137 medici (644 tedeschi, 475 italiani, 17 ladini, 1 non dichiarato) presso strutture pubbliche. Di questi 204 hanno in mano un contratto a tempo determinato e sono senza patentino (33 tedeschi, 170 italiani, uno non dichiarato). I primari che lavorano nei sette ospedali sono in tutto 90 (67 tedeschi, 19 italiani, 4 ladini), 6 quelli che non hanno il patentino (3 italiani, 3 tedeschi). Ora portando a 5 anni - dal momento dell’assunzione provvisoria - il tempo entro il quale si può passare l’esame, ci sono ottime possibilità per riuscirci, anche lavorando e non avendo troppo tempo per studiare. Ieri, in aula, legge omnibus è passata con 19 sì, 9 no e 4 astensioni. Tanti i settori toccati dai vari articoli. Ieri, molti di questi ultimi hanno riguardato il comparto della sanità. Tra gli altri l’articolo 23 interviene sulla struttura organizzativa del Servizio sanitario provinciale. Tre gli emendamenti di Franz Ploner (Team Köllensperger), che ha chiesto di inserire dei riferimenti legislativi Ue sul riconoscimento delle qualifiche professionali e la parificazione delle due lingue provinciali per l’iscrizione all’Ordine dei medici, a garanzia della libera di circolazione dei medici che vengono dall’estero: “Da giugno, senza la conoscenza della lingua italiana non è più possibile la registrazione nell’Ordine dei Medici anche se è stato riconosciuto il titolo di studio, e la conseguenza è che mancano medici sia nel servizio pubblico che nel privato”, ha spiegato. Inoltre, ha chiesto l’inserimento in tutti i presidi ospedalieri con due sedi apposite strutture complesse con il relativo dirigente medico e di un direttore amministrativo. Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha fatto riferimento al ricorso sottoscritto da tutti i consiglieri di madrelingua tedesca e ha quindi sostenuto la proposta di Ploner, aggiungendo però anche se lo Statuto è già chiaro, bisogna prevedere per legge provinciale che questo deve valere per tutti gli ordini professionali. Il presidente Arno Kompatscher ha riferito che la giunta si impegna in modo determinato nella tutela di questo pilastro. Il problema nasce dal fatto che il legislatore nazionale non ha considerato nel decreto legislativo 206 che in Alto Adige ci sono due lingue ufficiali: per anni questo non è stato un problema, solo ora è scoppiato il caso (il primario Thomas Müller). La direttiva europea fa riferimento alla lingua ufficiale, il legislatore italiano avrebbe dovuto riconoscere che in Alto Adige, e solo qui, anche la lingua tedesca lo è. I parlamentari Svp hanno fatto richiesta di integrare il decreto, ma anche la Provincia ha competenza in questo settore, può inoltre attuare direttamente le direttive Ue: nella legge europea sarà quindi inserito un articolo sugli ordini professionali; questo è stato deciso dopo un confronto con esperti di diritto.

Rimane comunque l’obbligo di bilinguismo per l’impiego pubblico. L’assessore Thomas Widmann ha riferito che ci si è impegnati consultando molti esperti ed arrivando alla conclusione che la strada migliore per raggiungere l’obiettivo comune è la legge europea. In quanto alle strutture complesse, non ha senso inserirle ora nella legge: gli stessi responsabili degli ospedali non lo vogliono, in quanto queste decisioni spettano alla giunta e non alla legge. Inoltre, i responsabili amministrativi esistenti ritengono che il sistema funzioni bene così com’è. L’articolo rende più snelle le scadenze, passando da 30 a 10, per incentivare l’Azienda a fornire la documentazione più rapidamente. Respinti gli emendamenti di Franz Ploner, Sven Knoll (Stf) ha chiesto a Kompatscher di avere il testo della disposizione linguistica in preparazione, per verificare che non si adotti la definizione di «Autonomia territoriale» usata dalla Consulta: va inserita la componente etnica. Il governatore ha risposto che lui difende sempre la motivazione etnica alla base dell’Autonomia, a tutela delle minoranza. L’articolo è stato approvato con 19 sì e 12 astensioni.















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