il caso

Bolzano, fototrappole contro i rifiuti selvaggi

Saranno installate a rotazione in tutte le isole ecologiche della città. Il sindaco Caramaschi: «Così leggeremo le targhe anche di notte»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Sporcizia e degrado intorno alle isole ecologiche che alimentano le proteste da parte dei cittadini e fanno lievitare i costi del servizio della Seab pagato dai bolzanini: per eliminare, o almeno frenare, il turismo dei rifiuti non bastano né le guardie ecologiche né la minaccia di multe salate. Per questo il sindaco Renzo Caramaschi ha deciso che mercoledì porterà in giunta un promemoria che prevede l’installazione di una sorta di fototrappola utilizzabile la notte e spostabile da un posto all’altro. L’apparecchiatura consentirà di immortalare la persona, ma soprattutto la macchina e la targa in modo da risalire all’identità.

«L’idea - racconta il sindaco - mi è venuta parlando delle fototrappole usate in montagna per proteggere i pollai dagli assalti della volpe. Faremo altrettanto a Bolzano per difenderci dagli incivili che soprattutto la notte, approfittando del fatto che in giro non c’è nessuno, scaricano sacchetti pieni di immondizie, oltre a mobili, materassi, vecchi elettrodomestici vicino alle isole ecologiche. Questo fenomeno è inaccettabile. Vogliamo assolutamente intervenire, ma per farlo dobbiamo dotarci di un regolamento che va poi sottoposto all’esame della questura: si tratta di un passaggio necessario per installare le fototrappole e individuare i furbetti che abbandonano i rifiuti per non pagare il servizio».

Nella stragrande maggioranza dei casi sono pendolari che vivono nei centri limitrofi e in città vengono a lavorare: arrivano in macchina, si guardano intorno per accertarsi di non essere visti, quindi aprono il baule, abbandonano i rifiuti e ripartono. A questi, ovviamente, si aggiungono anche i bolzanini che fanno altrettanto.

In comune la totale assenza di senso civico unita alla volontà di risparmiare sulla tariffa per lo smaltimento dei rifiuti che ad una quota fissa ne aggiunge una variabile in quanto legata alla produzione di immondizie. Quindi meno si produce e meno si paga. Inutile dire che per i furbetti pagano tutti gli altri ovvero la stragrande maggioranza dei cittadini che smaltisce con cura le immondizie, differenziando tra rifiuti organici, carta, vetro, plastica, cartoni in modo da ridurre al massimo la produzione di immondizie da inviare all’inceneritore.

Alla fine dello scorso anno Seab aveva documentato il fenomeno con delle cifre: 1.057.000 euro è la somma spesa dall’azienda per il personale e i mezzi impegnati a raccogliere le immondizie abbandonate.













Altre notizie

Attualità