Bolzano, la nuova giunta comunalesarà senza assessore esterno

Pd e Svp vogliono mantenere la giunta corta, ma riaprono le trattative sulle richieste dei partiti minori. Esecutivo a 7 senza assessore esterno e riequilibrio delle competenze



BOLZANO. Pd e Svp vogliono mantenere la giunta corta, ma riaprono le trattative sulle richieste dei partiti minori. Esecutivo a sette senza assessore esterno e riequilibrio delle competenze. «Dobbiamo tenere conto della lettera firmata dagli eco-sociali», dice il coordinatore cittadino del Pd, Massimo Capelli. «Per noi resta fondamentale che la giunta venga ridotta», spiega Klaus Ladinser (Svp).
Cinque anni fa le tensioni più grandi - in sede di formazione della giunta - si ebbero tra gli allora Ds e la Margherita. Questa volta sono i partner minori della coalizione a reclamare maggiori spazi, stretti dall’asse Svp-Pd. E per diventare un po’ come Golia hanno deciso di unire le forze. Ma Verdi, Rifondazione, Sel e socialisti proveranno oggi a coinvolgere anche Italia dei valori e Radicali in un fronte comune dei piccoli da affiancare alle due forze politiche maggiori: Stella alpina e Partito democratico. In modo che all’interno della maggioranza a 27 - come uscita dalle urne - ci siano la Svp con 10 seggi, il Pd con 9 e le sei formazioni minori con 8 seggi.
La scossa della lettera indirizzata al sindaco un primo effetto l’ha ottenuto. Ieri si è svolta una riunione a cui hanno preso parte Ladinser, Steger, Walcher e Kofler Peintner per il partito di raccolta e Capelli, Chiara Pasquali e Mauro Randi - oltre al sindaco - per il Pd. «Dobbiamo tenere conto di questa lettera, vogliamo che la maggioranza sia almeno di 27 consiglieri e si possa allargare, ciò significa riprendere le trattative», sottolinea il coordinatore cittadino dei democratici, Massimo Capelli. «Resta la nostra volontà di avere una giunta corta, lavoreremo sulle competenze per convincere gli ecosociali», ancora Capelli. «Per noi si deve ridurre il numero degli assessori, perché è importante un segnale alla popolazione sui costi della politica», dice Klaus Ladinser, secondo il quale si può chiudere «l’accordo di maggioranza entro il 10 giugno». Ma la Svp non vuole che l’esterno vada agli ecosociali. «Non possono avere 3 assessorati su 8», è il ragionamento. Ecco quindi l’ipotesi di giunta a 7: tagliato l’esterno come chiedono gli ecosociali, ma senza premio di un loro ulteriore posto nell’esecutivo, oltre ai due prospettati dal sindaco per Verdi e Rifondazione.
La proposta iniziale del primo cittadino era quella di un esecutivo ad otto - sindaco compreso - con due assessori Svp, due del Pd, uno ciascuno a Verdi e Rifondazione, più un esterno ai lavori pubblici. Vittima sacrificale l’assessore uscente Stefano Pagani, che ha vissuto la scelta di Spagnolli come una pugnalata alle spalle. Altro problema le competenze. «Troppo sbilanciate sull’asse Pd-Svp», evidenzia Guido Margheri, ricordando che la prossima giunta avrà da lavorare soprattutto su tre settori (urbanistica, mobilità e servizi sociali) finiti tutti in capo alla coppia Pd-Svp. Ma questi ultimi sono pronti a trattare. «Il sindaco ci deve dire perché non possiamo più avere il settore sociale e se la cultura ci venisse assegnata, vorremmo portarla avanti con le nostre convinzioni di Verdi», spiega Brigitte Foppa.
Poi c’è il capitolo sottogoverno. «Deve entrare a pieno titolo nella trattativa, alla pari delle cariche istituzionali», ancora Margheri, che da consigliere con una certa esperienza è convinto che in tema di nuova giunta «i lavori siano in corso, ma senza decisioni ormai già prese». C’è un sostanziale via libera da parte di quasi tutti per accorciare l’esecutivo e la volontà del sindaco di trovare la quadra, evitando il bagno di sangue del 1995 per la spartizione di assessorati e cariche di sottogoverno.   (m.dal)

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