BOLZANO

Bolzano, mette il Gps sotto l’auto dell’ex moglie

La donna, 42 anni, è esasperata e l’ha denunciato: «Mi filma anche quando viene a prendere nostro figlio: non vivo più»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «La notte ho gli incubi, mi sveglio e mi vedo davanti la sua faccia: non vivo più da quando ho scoperto che mi aveva messo un Gps in macchina per spiare ogni mio movimento». La vittima dell’ennesimo caso di stalking è una donna minuta che dimostra meno dei suoi 42 anni e abita in Bassa Atesina; lui è un imprenditore che vive nei dintorni di Bolzano: da quello che è stato un grande amore è nato un bambino che oggi ha cinque anni.

Ma la parte bella di questa storia è finita nel maggio dello scorso anno quando la coppia si è separata. Lui - come spesso accade e come è accaduto l’altro giorno a Ravenna dove un famoso dermatologo ha ucciso a bastonate la moglie che voleva separarsi mandando in frantumi l’immagine della famiglia modello - non l’ha accettato ed è cominciata la persecuzione.

«Io l’ho denunciato - spiega la donna - per lesioni, diffamazione, atti persecutori. Inutile, hanno archiviato tutto e adesso c’è il rischio che anche la denuncia relativa al Gps faccia la stessa fine, nonostante io abbia testimoni e abbia allegato la documentazione fotografica».

La donna ha scoperto che l’ex compagno la spiava, quando lui è stato costretto a dirle che le aveva fatto installare sull’auto un Gps. «È successo a fine giugno, quando ho venduto la macchina che mi aveva regalato. Mi ha chiamato, per chiedermi per quale motivo io fossi sempre a Merano. Ero caduta dalle nuvole, non capivo quella domanda. Io negavo e lui insisteva dicendo che la mia macchina ero sempre lì. Poi mi ha spiegato, perché non aveva alternative: aveva fatto mettere l’apparecchiatura nella mia macchina per controllarmi ogni momento. L’auto nel frattempo l’avevo venduta ad una persona di Merano: ecco perché gli risultava che io fossi lì. Voleva recuperare l’apparecchiatura e sono stata costretta a telefonare all’acquirente spiegando cos’era successo. Quindi ho fatto intervenire un tecnico che ha impiegato un po’ prima di individuare il Gps che era stato montato sotto il volante. Ciò significa che il mio ex marito, che evidentemente si è fatto fare un copia delle chiavi, a mia insaputa ha aperto la macchina e si è fatto montare l’apparecchiatura. Se lo ha fatto una volta, può farlo ancora e quest’idea mi crea un’angoscia che non mi dà tregua».

Ad impedire alla donna di cambiare città e ricominciare a vivere, recidendo una volta per tutte un legame, finito da tempo e chiuso con una separazione legale, c’è quel bambino di cinque anni.

«Il giudice ha stabilito che può stare con il figlio il martedì, il giovedì e due finesettimana al mese. Il risultato è che, con la scusa di venire a prendere il piccolo, ce l’ho sempre sotto casa. Arriva con largo anticipo, parcheggia, mi filma mentre sono sul poggiolo con la Ipad e poi passa sulla strada davanti a casa, una, due, dieci volte al giorno, alternando il lancio di baci ad una serie di gestacci irripetibili. Ormai vivo come in galera: la sera non esco più perché ho paura che mi aspetti da qualche parte. Continuano a raccomandare alle vittime di stalking di denunciare, l’ho fatto, non è servito a niente. Le mie denunce sono state archiviate, mentre a novembre dovrò comparire in Tribunale per una denuncia del mio ex marito che sostiene che l’avrei minacciato, dicendogli che lo distruggo. Mi sono rivolta anche al Centro antiviolenza, ho trovato persone gentili, ma alla fine sono sola dentro un incubo di cui non vedo la fine».













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