LA TRAGEDIA DEL RENON

“Branca”, la Ducati nel cuore e la passione per la musica 

Ha fatto parte diversi gruppi, il ricordo del campione di tuffi Christopher Sacchin: «Suonavamo insieme da anni in tutto l’Alto Adige, ho perso un amico carissimo»



BOLZANO. Gli affetti, il lavoro, lo sport, la musica e le moto. Era piena la vita di Andrea Brancaleoni, morto ieri a 43 anni sulla sua Ducati Monster sul Renon, dove viveva (era sposato) e lavorava. La casa e l’impegno come responsabile tecnico nel colosso Finstral. Ma a Bolzano era conosciuto, perché aveva frequentato l’Ipia Galilei e perché era un musicista per passione, impegnato in concerti nei locali.

Brancaleoni suonava con i Rebus, una band specializzata in cover, era il loro chitarrista. Anzi, i Rebus sono due, perché c’è anche Rebus Disco & Fun, due formazioni diverse per due repertori distinti.

Centauro muore sul Renon: inutili i tenativi di soccorso

Un motociclista bolzanino di 43 anni, Andrea Brancaleoni, ha perso la vita dopo che la sua moto si è schiantata sulla strada del Renon. A nulla sono valsi i tentativi di soccorso. Nelle foto, i rilievi compiuti dai carabinieri con il supporto dei vigili del fuoco (Foto DLife) - L'ARTICOLO

E ieri sera gli amici musicisti sono stati informati della sua morte e si sono telefonati, sconvolti per la morte di Andrea, cercando di capire cosa fosse accaduto. Tra questi c’è Christopher Sacchin, il campione di tuffi bolzanino, che accetta di ricordare l’amico perduto. L’ultimo concerto insieme lo avevano tenuto un paio di settimane fa a San Giacomo.

«È così triste. I Rebus suonano insieme da una ventina di anni. Io sono arrivato dopo, nel 2009, e questo significa che da quasi dieci anni Andrea era una delle persone con cui condividevo la mia passione per la musica», racconta Sacchin,

«Suonando insieme siamo diventati amici. I concerti e le prove con i Rebus erano i nostri momenti di relax dopo il lavoro. Li ricordo come momenti di allegria, di gioia».

Nel gruppo anche Alessandro Vidotto, Dominique Panizza, Martino Noldin e Massimo Betta. Andrea Brancaleoni è morto da poco, Christopher Sacchin è commosso: «Eravamo amici e adesso arriva questa notizia».

È morto in curva, su una moto. «La Ducati era una delle sue passioni», dice Sacchin. Compare il nome di Brancaleoni nel direttivo del Ducati club di Bolzano.

E la moto aveva cementato l’amicizia con Adriano Cavaliere, che lo ricorda così: «Ci siamo conosciuti sul lavoro e siamo diventati amici attraverso la passione per la moto. Abbiamo organizzato insieme qualche giro e viaggiando ho imparato a conoscerlo. Di Andrea posso dire che era una persona buona. Se poteva darti una mano, lo faceva. L’ho conosciuto così sul lavoro, dove non è scontato, e ne ho avuto conferma come amico. Ultimamente ci eravamo un po’ persi di vista, pensavo che ci saremmo ritrovati. Chi mette in conto una cosa simile?». (fr.g.)













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