Brennero, ora comandano gli austriaci 

Vienna impone i suoi agenti e quelli tedeschi sul territorio italiano anche per le verifiche sui treni merci. Il Siulp: pazzesco


di Luca Fregona


BOLZANO. Da dieci giorni, tre volte in settimana, alla stazione di Brennero, in territorio italiano, gli agenti della polizia tedesca ed austriaca “affiancano” la polizia ferroviaria italiana in un’attività di controllo anti-migranti sui treni merci diretti a nord.

In pratica, una versione estesa delle pattuglie trilaterali che da tre anni setacciano i treni passeggeri da Verona al valico. La notizia, diffusa ieri dal ministro austriaco degli interni Sobotka, è stata venduta come una misura “umanitaria” dopo il caso del piccolo Anthony, il bimbo africano trovato solo su una bisarca ferma al confine. In realtà, si tratta di un’ennesima richiesta (accolta) del governo austriaco a quello italiano per fermare i migranti in viaggio verso il nord Europa, e in Germania in particolare. Non a caso le autorità italiane si erano ben guardate dal renderla pubblica. Le cose sono andate così: alcune settimane fa, nel corso di un vertice tra i ministri degli interni a Bruxelles, Sobotka ha chiesto a Minniti la possibilità per la polizia austriaca di controllare i treni merci in Italia, prima di passare il confine.

Sobotka ha fatto riferimento all’accordo sottoscritto con l’allora ministro Alfano nel famoso incontro di Gries am Brenner del maggio 2016, che a livello internazionale permette agli agenti tirolesi di operare sul nostro territorio. Minniti, che fonti ben informate dicono “non entusiasta”, ha dovuto abbozzare anche per le pressioni del ministro tedesco Thomas de Maizière .

Due settimane fa, alla stazione di Brennero, si sono incontrati i direttori della polizia ferroviaria italiana (nazionale e del dipartimento di Verona, sotto cui ricade l’Alto Adige), e i vertici della polizia tirolese e bavarese. È stato deciso di far partire immediatamente il “servizio congiunto”, mirato, appunto, sui carri merci.

I convogli vengono fatti fermare a Brennero appositamente per i controlli tre volte in settimana. Mercoledì, giovedì e venerdì per tutta la notte (un turno di dieci ore), 4 agenti italiani, 4 austriaci e 4 germanici, ispezionano vagoni e bisarche. Attenzione però: perché i controlli formalmente li fanno gli italiani, mentre gli altri hanno il ruolo di “osservatori”.

«Osservatori che osservano cosa facciamo noi - dice diretto Mario Deriu, rappresentante sindacale dei nostri agenti (Siulp) -. Riferiscono il nostro operato. Ci stanno addosso. Non vogliono che i migranti passino il confine. Come al solito, scaricano il problema sul nostro Paese. Siamo di fronte, dopo le pattuglie trilaterali, ad una nuova cessione di sovranità da parte dello Stato italiano». I primi controlli “congiunti” hanno già dato dei risultati: una ventina di profughi (tra loro anche bambini, come si vede nella foto che pubblichiamo), sono stati fermati la scorsa settimana.

«L’Austria - continua Deriu - prima ha preteso il controllo sui treni passeggeri già in Italia. Poi ha minacciato di tirare su un muro nel cuore dell’Europa. Poi ha costruito la “bretella” milionaria dopo il confine per controllare i convogli “a campione”. Ora che si è resa conto che comunque non riesce a bloccare i disperati che viaggiano sui merci, ha imposto i suoi uomini alla stazione di Brennero per mettere pressione agli agenti italiani, che già hanno un compito durissimo da svolgere e ad alto rischio operativo, in condizioni ambientali in ore notturne molto simili a contesti siberiani. E da 4 anni ormai». Il discorso è chiaro: il fiume della migrazione non lo fermi. Se gli blocchi una strada, ne trova subito un’altra. Ed ogni volta è sempre più tragica, lastriacta di dolore e morte.

All’inizio i profughi scaricati dai barconi passavano il confine sugli Eurocity. Quando l’Austria ha cominciato a ricacciarli indietro alla Stazione di Innsbruck, sono passati ai “regionali”. Scendevano subito dopo il valico per proseguire a piedi, rischiando di essere travolti lungo la ferroviaria. Quando sono arrivate le pattuglie trilateri anche sui treni locali, hanno provato a salire sui merci in corsa. «E abbiamo iniziato a contare i cadaveri», dice laconico Deriu. Ora l’Austria - con un nuovo giro di vite “militare” - li sta spingendo nelle braccia degli «sciacalli», i passatori che si faranno pagare sempre di più per portarli dall’altra parte lungo i sentieri, o pigiati come bestie in qualche furgone. Insomma, di “umanitario”, non c’è proprio nulla. «Il governatore Kompatscher ha detto che il problema va risolto grazie alla cooperazione tra autorità italiane e austriache, qui invece mi sembra che ci sia solo uno che comanda e che ha l’unica intenzione - vana - di blindare il Brennero», osserva Deriu.

Il sindacato di polizia propone un’altra soluzione: «I treni merci vanno fermati e controllati in un’area neutra, come l’interporto di Trento. E non da noi, ma da vigilanti privati, alleggerendo la Polfer. I migranti trovati andrebbero poi accolti secondo un piano “europeo”, e non lasciati a se stessi, impauriti, abbandonati sul territorio italiano, per far piacere a Kurz o alla Merkel».













Altre notizie

Attualità