Caccia alla cellula neonazi 

Gli investigatori cauti. Si tratterebbe di un gesto isolato di un gruppetto di giovani esaltati


di Paolo Tagliente


BOLZANO. Il giorno dopo l’assordante botto, il giorno dopo la grande paura e il clamore mediatico, al centro di accoglienza gestito dall’associazione Volontarius nell’ex caserma Arturo Mercanti, ad Appiano, si è tornati a lavorare per ritrovare quella calma e quella serenità che il gesto di qualche sconsiderato ha mandato in frantumi a mezzanotte e 40 della notte tra sabato e domenica. Una voglia di tranquillità che si traduce in un malcelato fastidio nei confronti di giornalisti e telecamere. «La situazione è tranquilla ora – conferma Claude Rotelli, presidente della Volontarius – È chiaro che all’inizio ci sia stata della preoccupazione, anche se non è accaduto nulla. E la paura è stata tanta. Ma si continua a vivere e a lavorare nello stesso modo e sempre più convinti che il percorso che si sta facendo, che il territorio e la cittadinanza stanno facendo, sia quello giusto. Soprattutto in un territorio come quello di Appiano dove c’è sempre stata una grande accoglienza verso i nuovi cittadini. Tant’è che dei 39 ospiti, 28 hanno già un lavoro a tempo determinato e le altre 11 stanno facendo formazione nel settore alberghiero. Se ci fossero ostacoli dal territorio tutto questo non potrebbe accadere. Questa è la risposta del territorio che è a favore della convivenza in un’ottica di sviluppo della comunità. Questo percorso continua nonostante quanto accaduto. Anzi, credo sarà sempre più forte». Già da domenica, quel boato e quel vergognoso cartello lasciato davanti all’entrata dell’ex struttura militare già sede del 4° Autogruppo del 4° Corpo d’Armata alpino, sono diventati materiale d’indagine da parte degli investigatori dei carabinieri di Bolzano e della procura del capoluogo. Procura che già ieri mattina ha aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando per ora il solo reato di esplosione pericolosa. La deflagrazione di quella che con tutta probabilità era una bomba carta, infatti, non ha causato danni né a cose né a persone. Ma non è escluso che, nel caso in cui Volontarius dovesse presentasse una denuncia, nuovi capi d’imputazione potrebbero essere aggiunti. Compreso quello previsto dalla legge Mancino che punisce chiunque faccia propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, o istighi a commettere o commetta atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Rivendicazioni del gesto non ce ne sono state e ogni ipotesi resta aperta: da quella del gesto isolato a quella che porta agli ambienti dell’estrema destra altoatesina, che qualche anno fa, nella zona dell’Oltradige, aveva ospitato alcuni gruppi particolarmente attivi. Una destra che, periodicamente, ricorda a tutti di esserci. Lo fa partecipando a raduni e concerti di neonazisti in Austria e Germania o, nel peggiore dei casi, lo fa con assalti violenti come quello del luglio 2012, quando vennero lanciate bottiglie molotov contro un centro di accoglienza di Vandoies. Le cellule neonaziste altoatesine, insomma, tornano sotto la lente degli inquirenti. A rimarcare la gravità di quanto accaduto, il commissario del governo, Vito Cusumano, che ha convocato per dopodomani, alle 10, una riunione del Comitato provinciale per l'Ordine e la sicurezza pubblica. All'ordine del giorno , ovviamente, c’è la discussione sull’episodio di Appiano, con particolare attenzione alle scritte a sfondo razzista rinvenute vicino al cancello dell’ex caserma. «Sono stati invitati all'incontro – recita il documento del Commissariato del governo – i componenti istituzionali del Comitato - questore, comandanti provinciali dell'arma dei carabinieri e della guardia di finanza, presidente della Provincia, i sindaci di Bolzano e Appiano».















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