Campo Tures, un piano più a misura di turismo

Il Comune ha proposto modifiche urbanistiche per nuove strutture ricettive Dalla giunta provinciale tre “sì” e la bocciatura degli interventi a maso Roaner


di Ezio danieli


CAMPO TURES. Il Comune di Campo Tures ha posto al centro dell’attenzione lo sviluppo turistico locale con la proposta di quattro modifiche al piano urbanistico. Tre sono state approvate, una è stata rigettata dalla giunta provinciale.

Il primo sì (condiviso anche dalla Commissione per la natura, il paesaggio e lo sviluppo del territorio) è stato incassato dalla trasformazione di una zona di verde agricolo in zona per impianti turistici alloggiativi a Riva di Tures, una trasformazione per cui valgono limiti riguardanti il numero massimo di posti letto previsti, 27, e la densità edilizia massima portata a 1,40 metri cubi per metro quadro.

Dalla giunta Kompatscher è arrivato anche il via libera alla trasformazione dell’areale della vecchia caserma dei vigili del fuoco da zona per attrezzature collettive, amministrazione e servizi pubblici in zona residenziale A1 - centro storico, con integrazione d’ufficio delle norme di attuazione e obbligo di “rispettare gli interventi di difesa e protezione civile elencati nella relazione idrogeologica dell’aprile 2015 del dottor Stephan Pichler e della dottoressa geologa Ursula Sulzenbacher”.

Un’altra modifica delle norme di attuazione al piano urbanistico è al centro del terzo intervento proposto dal Comune e approvato dalla giunta provinciale. Si parla dell’articolo 22 e della zona sciistica di Monte Spicco per la quale, viene precisato nella nuova formulazione, “sono ammessi esclusivamente un bar con una superficie netta di 90 metri quadri al massimo, i servizi e depositi connessi di 110 metri quadri netti, una mescita di 24 metri quadri, un palco musicale di 42 metri quadri ed un deposito connesso di 34 metri quadri”.

È stata invece rigettata la trasformazione ad Acereto di una zona di verde agricolo in zona per impianti turistici alloggiativi.

In sostanza, il maso chiuso Roaner “intende fissare le basi per un’attività alberghiera che vada oltre le esistenti attività nell’ambito dell’agriturismo. Dovrebbero essere creati i presupposti per il rilascio della licenza per residence all’interno delle esistenti costruzioni”.

Il Comune l’aveva approvata “in difformità al parere della Commissione per la natura, il paesaggio e lo sviluppo del territorio”, per cui “l’unione diretta dell’attività alberghiera con quella di maso chiuso, considerato una garanzia per il mantenimento del paesaggio culturale, abbia a lungo andare degli svantaggi, in quanto la cubatura prevista come volume residenziale non può essere scorporata dal maso”.

Difendendo l’intervento al maso (a 1.560 metri di quota, esteso su un’area di 3,47 ettari di prati, con 31,4 ettari di bosco e in condizioni di pendenza media del 60% circa), il Comune ha ricordato che l’ampliamento avrebbe un tetto complessivo di 25 posti letto e l’incoraggiamento di tali operazioni “è espressione del sostegno” che l’amministrazione “desidera esprimere a promozione, tutela e sostegno dell’attività della popolazione agricola, che ha cuore il consolidamento delle proprie basi economiche ai fini della continuazione dell’attività stessa a beneficio della propria famiglia nonché della collettività grazie alla preservazione anche in condizioni di estrema difficoltà di lavorazione dei campi grazie a una sempre perfetta cura del paesaggio”.













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