Cani da combattimento, da gestire con la testa 

Ci vuole preparazione per tenere esemplari di specie addestrate da generazioni  alla lotta. Non sono alla portata di tutti, il patentino è la soluzione giusta


di Luca Rauzi


BOLZANO. Si può notare un certo “ottimismo” nella scelta e nella gestione di tutti quei cani che hanno, nella loro origine e formazione, una destinazione più da “ guerra “ che da compagnia.

Cani che hanno nel loro DNA il gusto del combattimento e della sopraffazione. Soggetti che per mentalità dove ci sono loro, comandano loro. Diverse razze sono state selezionate per essere dei meravigliosi cani da guardia e da difesa.

Perfetti soprattutto per ambienti isolati e ostili, dove risultano essere compagni preziosi e indispensabili. Trasportati in città, a fare i cani da compagnia, sono spesso i meno adatti a interpretare questo ruolo.

Perdendo inoltre la loro funzione primaria, perdono in parte anche la dignità.

Oggi che pretendiamo di trasformarli tutti in perfetti cani da città, tentiamo di ingentilirli, sia con la selezione che con la socializzazione, ma non può essere sufficiente un colpo di spugna per modificare a nostro piacimento il frutto di lunghe selezioni: siamo perciò costretti a confrontarci con le loro ataviche caratteristiche.

Naturalmente non sono ne lupi ne orsi, sono cani, e possono essere dei meravigliosi compagni.

In mani sbagliate o inesperte, possono però diventare potenzialmente più dannosi dei grandi predatori selvatici che, quantomeno, non passeggiano nel centro cittadino.

Il problema naturalmente non sono i cani, ma la mancanza di preparazione e di buon senso da parte nostra. Non avendo alcuna esperienza sarebbe meglio non avventurarsi nella scelta di cani impegnativi, ma scegliere quei cani solari, amichevoli e poco competitivi, che concedono anche al neofita di fare degli errori, senza pagare troppo care le conseguenze. Tra il piacere di avere un cane e il problema di avere un cane c’è una distinta differenza qualitativa. Io, qui in città, preferisco uscire con un amico simpatico, socievole e buon tessitore di relazioni sociali piuttosto che accompagnarmi con chi è più propenso alla rissa che al sorriso.

Continuiamo a sperare nell’arrivo di un patentino che possa regolare la scelta e aiutare ad avere una gestione consapevole del proprio compagno, soprattutto quelle persone che hanno legittimamente deciso di prendersi un cane impegnativo.

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